Secondo il “check up Mezzogiorno” elaborato da Confindustria e centro studi Srm, l’Abruzzo ha fatto registrare i migliori risultati del Sud per quantità di spesa.
“Sulle politiche di coesione – viene spiegato nel check up – si registra un risultato positivo sulla certificazione della spesa dei fondi strutturali, necessaria per scongiurare il rischio di disimpegno automatico e quindi la perdita delle risorse impegnate. A ottobre, l’Italia ha certificato 16,3 miliardi, pari al 90% delle risorse da spendere; il Sud c’è andato vicino, certificando l’87% delle risorse dei POR, con risultati migliori sul FESR di Abruzzo e Campania e sul FSE di Basilicata”.
E’ “sostanzialmente positiva” anche “la riprogrammazione dei fondi strutturali 2014-2020, che ha sfruttato importanti margini di flessibilità introdotti dalla Commissione Europea per il contrasto alla pandemia. La riallocazione delle risorse sui Por del Mezzogiorno non ha penalizzato gli interventi a sostegno delle imprese, tuttavia quella finalizzata a fronteggiare l’emergenza sanitaria è stata meno consistente nel Mezzogiorno e, pur essendo coerente con il minore impatto della pandemia all’atto della sua definizione, questa scelta ma non si è dimostrata previdente rispetto ai suoi successivi sviluppi”.
Tuttavia “c’è la possibilità concreta e immediata di intervenire sull’emergenza sanitaria, sui suoi impatti indotti dalla nuova fase pandemica e sul sostegno alla transizione delle imprese per una nuova politica di sviluppo del Mezzogiorno”. “Oltre alla prospettiva del PNRR e all’avvio del nuovo ciclo di programmazione 2021-2027, l’iniziativa REACT-EU, con i suoi circa 10 miliardi già disponibili per il 2021 e la possibilità di compensare spese fino al 100% sostenute a partire da febbraio 2020, rappresenta un’occasione da non perdere”, sottolinea il rapporto: “A tal fine, occorre accelerare il processo di programmazione, coinvolgendo il partenariato economico e sociale a livello nazionale e regionale, operando in continuità coi Programmi operativi 2014-2020 e privilegiando i POR rispetto ai PON, per rafforzare l’azione di resilienza e di ripresa a livello territoriale.