Mentre la Asl prosegue tutte le analisi complete il dottore Massimo Cianci, Responsabile del Servizio di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva della Casa di Cura Pierangeli di Pescara”, spiega che le gastroenteriti che hanno colpito la popolazione di San Valentino in Abruzzo Citeriore non avranno conseguenze cliniche al lungo termine.
Non ci sarà, dunque, alcuna conseguenza clinica a lungo termine per i cittadini di San Valentino in Abruzzo Citeriore colpiti da gastroenteriti. Le rassicurazioni arrivano dal dottore Massimo Cianci, Responsabile del Servizio di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva della Casa di Cura Pierangeli di Pescara, il quale al Tg8 spiega che “Queste infezioni, che si manifestano con diarrea nausea, vomito e crampi si risolvono in pochi giorni “.
Dopo i disturbi intestinali accertati, a partire da domenica 10 ottobre, tra i cittadini del Comune di San Valentino in Abruzzo Citeriore , la Asl di Pescara sta svolgendo accertamenti mediante l’Unità Operativa Complessa di “Microbiologia e Virologia Clinica” dell’Ospedale “Spirito Santo” di Pescara, diretta dal dottore Paolo Fazii. Le analisi hanno evidenziato, con metodica molecolare, la presenza di Escherichia coli Entero-Patogeno (definito con l’acronimo EPEC) in 6 su 9 campioni fecali analizzati. Ma devono essere ancora presi in esami altri campioni di feci di altri pazienti sintomatici e i risultati saranno resi noti nei prossimi giorni.
Il dottor Fazii è in contatto, inoltre, con l’Istituto Zooprofilattico di Teramo per concordare eventuali esami di livello superiore sia sui microrganismi già isolati dalle acque, se ritenuto necessario, che sugli eventuali campioni clinici umani isolati. Non si può escludere che altri microrganismi possano aver inquinato le acque.
Il Comune di San Valentino ha allestito quattro punti di approvvigionamento idrico per consentire ai cittadini di rifornirsi direttamente con taniche o altri recipienti e anche bancali di acqua in bottiglia.
Il dottor Cianci spiega che il “Clostridium Perfringens, che è la causa sempre più accreditata di queste infezioni, è un batterio che si trova negli alimenti presenti nel suolo, nelle verdure, ed è presente soprattutto all’interno delle grandi comunità di cucina e quindi nelle mense scolastiche e ospedaliere.
La contaminazione può avvenire anche attraverso le acque perché in genere questo batterio è presente all’interno delle feci che possono venire a contatto con le fonti e contaminare gli acquedotti e dare vita a tossinfezioni. Questi batteri producono delle tossine e queste tossine sono entero attive e stimolano la motilità del colon e causano dolori, crampi ,vomito e gli altri sintomi dei quali si sta parlando frequentemente in questi ultimi giorni. Sintomi che fanno parte delle gastroenteriti in generale e sono autolimitanti nel giro di 24-48 ore.
Nel Bambino e nell’anziano, per esempio, dobbiamo controllare che non ci siano degli squilibri idroelettrolitici legati a vomito e nausea che possono condizionare l’andamento clinico. E’ necessaria la reidratazione per bocca o , in alcuni casi, anche endovenosa e questi sono gli unici presidi che, in generale all’interno di un’attività di tipo comunitario, noi dobbiamo osservare e controllare.
C’è da dire che si tratta di un’infezione che non è così rara poichè si sono già osservati casi che, negli anni precedenti, hanno riguardato Toscana e Puglia. Quindi non è un evento eccezionale e si verifica soprattutto all’interno delle comunità che usano mense collettive ma anche attraverso la rete idrica”.