Si sono svolti oggi pomeriggio a Città S.Angelo i funerali di Andrea Montebello, il 21enne stroncato da una rara forma di meningite, intanto la Asl di Pescara fa il punto sulla profilassi ed allontana ingiustificati allarmismi.
Da una parte il dolore per la perdita di una giovane vita, dall’altra la seppur drammatica, ma rassicurante consapevolezza di un caso assolutamente isolato. A 48 ore dalla morte di Andrea Montebello, il 21enne di Città S.Angelo stroncato da una forma rara e particolarmente aggressiva di meningite, il bilancio dell’unità di crisi prontamente istituito dalla Asl di Pescara su tipizzazione del ceppo killer e sulla profilassi secondo il più stretto protocollo che si segue in casi come questi.
“Abbiamo immediatamente istituito l’Unità di crisi – ci spiega il direttore sanitario della Asl Rossano Di Luzio – ed invitato tutti coloro che hanno avuto a che fare con la vittima, in particolare i suoi parenti più stretti a svolgere le analisi di rito, ma va comunque specificato che questo virus si trasmette solo attraverso un contatto diretto e non indiretto”
Si è trattato, dunque, di una sepsi meningococcica fulminante, individuata per la prima volta in Italia 4 anni fa in Toscana e che ha già mietuto diverse vittime, la sua tipizzazione è già al vaglio di Istituti specializzati come il Meier di Firenze e l’Istituto Superiore di Sanità di Roma, i risultati non prima dell’inizio della prossima settimana, anche se le caratteristiche sono già note, come ci riferisce il primario del Reparto Infettivi dell’ospedale civile di Pescara Giustino Parruti:
“Si tratta di una patologia molto rara, un germe che si raccoglie dal cavo orale ma che solo attraverso soggetti particolarmente suscettibili, come il povero Andrea, arriva al sangue. Avremo, a giorni, risultati più specifici, ma direi che il quadro è abbastanza chiaro e che tutte le persone visitate in questi giorni non presentano in alcun modo sintomi simili a quelli della vittima.”
Dunque nessun rischio epidemia, come una certa ed inevitabile psicosi diffusasi su tutta l’area metropolitana aveva in qualche modo fatto temere, ma soprattutto nessun diretto coinvolgimento dei due luoghi frequentati nelle ultime ore di vita da Andrea, il suo luogo di lavoro, un supermercato di Montesilvano ed il circolo di cui era socio, il Qube di Pescara, il cui titolare, per precauzione, è stato esclusivamente invitato a svolgere una normale attività di sanificazione:
“I locali citati in questi giorni, sia il supermercato dove lavorava Andrea che il circolo da lui frequentato a Pescara – tiene a precisare Di Luzio – non vanno ritenuti in alcun modo coinvolti in questa vicenda, in via assolutamente precauzionale sia noi che i carabinieri del Nas a nostro supporto, abbiamo invitato i gestori ad effettuare una normale attività di sanificazione, oltre a qualche minima prescrizione, ma nulla più.”
“Tutto ciò che ci è stato chiesto di fare lo stiamo facendo – dichiara a sua volta Paolo Cicalini uno dei titolari del Circolo “Qube” di Pescara – da una parte siamo addolorati per la morte di un nostro socio che conoscevamo bene e dall’altra un pò frastornati da tanto clamore tanto da sentirci costretti a tutelarci, tramite il nostro legale, da notizie incontrollate apparse su alcune testate nazionali. Ci è stato detto dagli stessi specialisti della Asl che il nostro locale non è assolutamente coinvolto e che in forma del tutto precauzionale avremmo dovuto effettuare una pulizia più accurata utilizzando semplice candeggina, oltre ad una serie di prescrizioni che ci hanno suggerito i Nas e che stiamo già svolgendo, domani ci sarà un nuovo sopralluogo, ma ci tengo a ribadire – conclude Cicalini – che non c’è stata alcuna ordinanza di chiusura del locale.”