Sono state chiuse ieri anche in Abruzzo le Porte Sante al termine del Giubileo straordinario della misericordia che si concluderà domenica prossima.
Mancano sette giorni al termine del Giubileo straordinario della misericordia, proclamato da Papa Francesco con la bolla “Misericordiae Vultus”, esteso anche nelle chiese locali, per renderlo fruibile al maggior numero di fedeli. L’evento si è aperto l’8 dicembre del 2015. La fine ufficiale avverrà il 20 novembre, con la cerimonia liturgica solenne nella basilica di San Pietro in Vaticano , presieduta dal Pontefice , e la chiusura della Porta Santa, da ieri, però, l’Anno Santo si è praticamente concluso in tutte le diocesi del mondo. I vescovi titolari hanno chiuso le Porte Sante delle loro cattedrali e dei santuari. L’arcivescovo di Chieti-Vasto monsignor Bruno Forte, dopo la chiusura dei tre luoghi giubilari individuati in diocesi nella Cattedrale di San Giuseppe a Vasto, nella Basilica del Santuario di Santa Maria dei Miracoli a Casalbordino e nella Basilica del Volto Santo a Manoppello , aperti lo scorso 1 gennaio, ieri pomeriggio alle 17 , nel corso di una messa solenne molto partecipata ha simbolicamente chiuso la Porta Santa della Cattedrale di San Giustino dove ha presieduto il sacro rito. A Vasto la celebrazione è stata presieduta dal parroco della cattedrale, don Gianfranco Travaglini, che ha concelebrato con il clero locale con la partecipazione di numerosi fedeli che hanno seguito la funzionale anche all’esterno con l’ausilio di un maxi schermo. L’arcivescovo di Pescara-Penne, Tommaso Valentinetti, al termine della messa nella cattedrale di San Cetteo di Pescara, ha simbolicamente “chiuso” l’anno giubilare serrando la porta laterale che si affaccia in via dei Bastioni. La cerimonia di apertura della porta santa di Pescara era avvenuta nella giornata di domenica 13 dicembre 2015 al termine della processione partita dalla chiesa dello Spirito Santo. Nel teramano la Porta della misericordia dell’antica basilica di San Gabriele dell’Addolorata di Isola del Gran Sasso , è stata chiusa dopo la messa solenne delle ore 11, con un semplice rito presieduto da padre Luigi Vaninetti , superiore provinciale dei passionisti italiani e dal rettore del santuario padre Natale Panetta. Alle ore 17.30 anche a L’Aquila, presso la basilica di San Bernardino da Siena, chiesa giubilare della diocesi, è stata celebrata la santa Messa stazionale presieduta dall’arcivescovo metropolita Giuseppe Petrocchi a cui è seguito il rito di chiusura della Porta Santa aperta il 13 dicembre 2015 è stata attraversata da migliaia di pellegrini; dal giorno dell’apertura si stimano in almeno trentamila i fedeli di tutte le parrocchie della diocesi che hanno partecipato ai Giubilei delle Foranie. In alcune domeniche programmate, infatti, le parrocchie ricadenti nel territorio delle varie circoscrizioni foraniali si sono recate a L’Aquila, attraversando la Porta della Misericordia e hanno celebrato la Messa presieduta sempre da monsignor Petrocchi e animata dalle stesse parrocchie. I fedeli, durante ogni pellegrinaggio di forania, hanno avuto la possibilità di poter celebrare il Sacramento della Confessione grazie alla disponibilità dei Frati Minori e dei parroci presenti.
Il Papa annunciando l’Anno giubilare aveva detto “Questo non è tempo per la distrazione, ma al contrario per rimanere vigili e risvegliare in noi la capacità di guardare all’essenziale. È un’epoca per la Chiesa di ritrovare il senso della missione che il Signore le ha affidato il giorno di Pasqua: essere segno e strumento della misericordia del Padre. Una domanda è presente nel cuore di tanti: perché oggi un Giubileo della Misericordia? Semplicemente perché la Chiesa, in questo momento di grandi cambiamenti epocali, è chiamata a offrire più fortemente i segni della presenza e della vicinanza di Dio”.
Ieri dedicando la domenica agli emarginati il Pontefice ha detto che “La persona umana, posta da Dio al culmine del creato, viene spesso scartata, perché si preferiscono le cose che passano. E questo è inaccettabile, perché l’uomo è il bene più prezioso agli occhi di Dio. Ed è grave che ci si abitui a questo scarto; bisogna preoccuparsi, quando la coscienza si anestetizza e non fa più caso al fratello che ci soffre accanto o ai problemi seri del mondo, che diventano solo ritornelli già sentiti nelle scalette dei telegiornali”.