Una terza pista, se non la più accreditata, quella che stanno seguendo gli inquirenti impegnati nello scoprire l’assassino di Alessandro Neri, quella degli affari “sotto traccia”.
Alessandro era un tipo dinamico, intraprendente, che certamente non amava stare con le mani in mano. Dopo l’estromissione dall’azienda vitivinicola di famiglia aveva cominciato ad interessarsi ad una serie di attività del tutto lecite ma che per natura possono essere oggetto di sgradevoli coinvolgimenti. Parliamo di compravendita di beni su internet, ma anche dell’acquisto di beni dalle aste giudiziarie e successiva rivendita. Un’attività del tutto legittima ma che avrebbe potuto mettere Alessandro Neri in pericolo. Quello delle aste giudiziarie é un meccanismo assai particolare, può accadere, infatti, che persone indagate o condannate alle quali viene sottratto o confiscato un bene, tentino di venirne nuovamente in possesso attraverso un prestanome il quale, sotto la regia del diretto interessato, potrebbe non gradire una determinata concorrenza al momento dell’asta. Non é escluso, e su questo i carabinieri stanno facendo opportune verifiche, che Alessandro , inconsapevolmente, abbia spezzato questo filo occulto facendo, di fatto, arrabbiare la persona sbagliata. Siamo nel campo delle supposizioni ed in questa fase gli inquirenti stanno cercando i dovuti riscontri. Da questo punto di vista si attendono conferme alla notizia dei computer di Alessandro formattati, non é escluso, invece, che possa esserci materiale interessante in memoria e su quello c’è un esperto che sta alacremente lavorando, in settimana, tra l’altro, sono attese informazioni importanti dai Ris che sono tornati a Roma per analizzare l’enorme mole di rilievi raccolta nei giorni scorsi. In parole povere, le investigazioni sembrano aver preso un’ottima piega rispetto alla quale altre piste, come quella della droga e della faida famigliare, sembrano pian piano sfumare. Intanto oltre cento persone hanno partecipato ieri sera al corteo “In cammino con Ale” partito da Piazza della Repubblica e terminato alla Nave di Cascella, nell’occasione l’ennesimo appello della madre di Alessandro, Laura Lamaletto, tornata a chiedere la verità non solo per suo figlio, ma per l’intera città di Pescara.