E’ stato ucciso dal monossido di carbonio, sprigionato dal braciere che aveva acceso per riscaldarsi, Ousmane Kourouma, il pastore trovato morto in una stalla a Goriano Sicoli.
La conferma è arrivata nel tardo pomeriggio di oggi, 26 novembre, dall’autopsia eseguita dall’anatomopatologo Luigi Miccolis il quale, dopo i prelievi di rito, si è riservato 90 giorni di tempo per consegnare l’esito della perizia.
Sul corpo del 23enne originario della Guinea non sono stati trovati altri segni che potessero far pensare ad una morte diversa dall’asfissia conseguente ad intossicazione.
Al momento c’è solo un iscritto nel registro degli indagati: il datore di lavoro del pastore, un imprenditore di Canneto, residente a Sulmona, che ha rilevato la gestione dell’azienda agricola da un 71 enne di Goriano Sicoli, proprietario della struttura nella quale dormiva Ousmane Kouruma.
L’ipotesi di reato è omicidio colposo ma nelle prossime ore il quadro accusatorio potrebbe allargarsi coinvolgendo anche altre persone. Subito dopo l’autopsia la salma del 23enne è stata riconsegnata ai familiari che ora dovranno decidere se farla rientrare in Guinea oppure celebrare le esequie in Italia.