Conto alla rovescia per l’obbligo del green pass per il personale scolastico a partire da mercoledì 1° settembre. Ai dirigenti scolastici o ai loro delegati spetterà l’onere di verificare la validità della certificazione verde anche dei docenti. Di Pietro (Ipssar De Cecco Pescara): “Impegno oneroso e di enorme responsabilità”.
Conto alla rovescia per l’obbligo del green pass per il personale scolastico, ma non per gli studenti, a partire da mercoledì 1° settembre, come previsto dall’ultimo Dpcm, in funzione di una riapertura in sicurezza delle scuole. Ai dirigenti scolastici o ai loro delegati spetterà l’onere di verificare la validità della certificazione verde anche dei docenti, che in alcuni casi rimangono restii alla vaccinazione se, come dichiarato anche nei giorni scorsi da Maurizio Brucchi, referente regionale per la campagna vaccinale, resta una sacca di professori non ancora vaccinati a pochi giorni dal ritorno in classe. A esprimere perplessità sulle modalità di controllo sono soprattutto i dirigenti scolastici, chiamati a vestire i panni dei controllori e a garantire il diritto all’istruzione e quello alla salute, rispettando al tempo stesso la privacy dei dati sensibili del proprio personale, in attesa che il Governo chiarisca i dubbi sollevati da più parti, come dichiara Alessandra Di Pietro, dirigente scolastica dell’Ipssar De Cecco di Pescara.
“Le modalità di controllo del green pass si stanno ancora definendo. Già nella prima fase come dirigenti scolastici avevamo fatto presente le enormi difficoltà di un controllo giornaliero da parte nostra dei green pass. In queste ore si sta definendo una soluzione che riteniamo positiva e cioè una piattaforma digitale gestita dal personale di segreteria che accede direttamente all’anagrafe delle Asl. Il problema però è che questa piattaforma non è stata ancora introdotta e quindi noi per un tempo indeterminato dovremmo comunque prevedere all’interno delle nostre scuole, a partire dal primo di settembre, un controllo dei green pass su tutto il personale scolastico. Si tratta di un impegno particolarmente oneroso, oltre che di enorme responsabilità, che in questa fase ci pesa moltissimo.
Per questo sarebbe opportuno che ci fossero garantite anche delle risorse umane ulteriori. Il green pass è concepito come uno strumento a tutela della salute. Noi siamo un servizio pubblico e quindi il nostro primo dovere è tutelare la salute collettiva e la salute è un diritto costituzionalmente garantito, fondamentale per l’individuo e di interesse per la collettività. In questo senso dobbiamo attenerci a quelle che sono le indicazioni normative. Intanto aspettiamo la conversione in legge del decreto che sicuramente dovrà chiarire alcuni punti che sono rimasti un po’ più vaghi.
Il discorso dei no vax è una questione abbastanza delicata e io credo che un contratto sociale impone delle responsabilità e degli obblighi a tutti i soggetti di una collettività: così come non posso guidare senza patente, non posso insegnare senza green pass e credo che i no vax debbano quindi anche assumersi con coerenza la responsabilità delle loro decisioni. Sicuramente non mi sembra opportuno che debbano gravare con le loro scelte sul sistema sanitario nazionale, già appesantito dell’emergenza sanitaria”.
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