Tra le storie di chi fugge dall’Ucraina c’è quella di Guido, originario di Tortoreto, che al Tg8 racconta come è riuscito, insieme alla sua famiglia, a fuggire e a evitare bombe e cecchini.
C’è chi è arrivato da diversi giorni in Abruzzo e ha impresse negli occhi le lacrime e la paura della guerra che sta dilaniando l’Ucraina. Prima di fuggire e intraprendere un lungo viaggio i profughi hanno potuto raccogliere solo poche cose essenziali prima di percorrere migliaia di chilometri.
Hanno lasciato le loro case e tutto ciò che hanno costruito con sacrificio per cercare di salvarsi e sfuggire alle bombe e ai cecchini. Guido, originario di Tortoreto, e sua moglie, provengono da una piccola cittadina che si trova a circa 60 km da Leopoli. Con loro sono partite anche la figlia di lei, incinta e mamma di una bambina di 9 anni e ora sono a Roseto degli Abruzzi.
La fuga, durata cinque giorni, è cominciata lo scorso 26 febbraio quando hanno lasciato Stryi, cittadina nella quale la situazione, allora, non era ancora precipitata del tutto. Ma la paura di ritrovarsi la guerra dentro casa li ha spinti a dirigersi verso la frontiera polacca.
Guido racconta di aver affrontare <Un lungo viaggio che ci ha riportati in Abruzzo, la terra che con mia moglie avevano deciso di lasciare, circa tre anni fa, per andare in Ucraina. Lì sono rimasti il genero e l’altro figlio di mia moglie per combattere, la nuora, suo fratello e la madre 83enne>.