Il nuovo consiglio provinciale di Pescara , dopo la proclamazione degli eletti avvenuta la notte scorsa, sarà formato da 12 consiglieri. Alcuni sono stati confermati dalla precedente amministrazione, altri , invece, sono alla loro prima esperienza in Provincia.
Ecco i nomi degli eletti della lista “Provincia in Comune con Di Marco Presidente” che ha raccolto 48392 voti in totale: Silvina Sarra ( 6262 voti) Leila Kechoud (5853 voti) ,Annalisa Palozzo (voti 5686),Enzo Catani ( 5050 voti), Franco Galli ( 5009 voti) ,Pietro Gabriele ( 4832 voti), Piernicola Teodoro (4397 voti). Il primo dei non eletti è Lino Ruggero, con 4262 voti. Gli altri eletti della Lista “Forze di libertà” , che ha ottenuto 37861 voti, sono Francesco Maragno (7722 voti), Vincenzo D’Incecco ( 6745 voti) ,Lorenzo Silli (6673 voti), Antonio Zaffiri (6091 voti) ,Maurizio Giancola (5327 voti). Primo dei non eletti Mario Semproni con 4976 voti. La lista Partito Socialista Italiano ha raccolto 3359 voti, di cui 2033 sono andati a Giorgio D’Ambrosio e 1098 a Riccardo Padovano.
Il presidente dell’Amministrazione provinciale Antonio Di Marco commenta così il risultato elettorale ” Sono soddisfatto che nella mia lista siano state le tre donne candidate a raccogliere il maggior numero di voti rispetto agli uomini, collocandosi ai primi tre posti della graduatoria delle preferenze. Nella mia gestione precedente ho dato molto spazio alle consigliere donna, che hanno mostrato concretezza e senso di appartenenza. Per questo sono state premiate. Ringrazio tutti per la massiccia partecipazione alla consultazione elettorale, dove hanno votato oltre il 90% degli aventi diritto e auguro ai nuovi consiglieri due anni di lavoro proficuo per il nostro territorio”.
Il segretario Provinciale del PD di Pescara Francesca Ciafardini commenta così il risultato elettorale: “I cittadini in questi giorni leggono articoli di giornale sulle elezioni provinciali e si sentono giustamente spiazzati da tutto questo commentare, chi ha vinto e chi ha perso, e leggono di consiglieri provinciali eletti e “attribuiti” a questo o a quell’altro esponente politico come fossero pedine del grande Risiko della Politica. Pratica disdicevole che sminuisce l’autonomia e la credibilità dei nostri amministratori eletti dalle loro comunità. Voglio perciò esprimere solidarietà ai cittadini certamente più preoccupati delle loro esigenze quotidiane (lavoro e salute in primis) che degli equilibri della classe dirigente politica. Fatta questa premessa voglio ricordare che il PD è sempre stato favorevole all’abolizione delle Province, contenuta nella Riforma costituzionale voluta dal PD e bocciata dai cittadini lo scorso 4 dicembre, e che gli Enti Provinciali ad oggi restano un ibrido, organi di secondo livello per i quali i cittadini non possono più esprimersi. Va da sé che il voto di sabato per la Provincia di Pescara non è stato un voto politico, ma un voto espresso all’interno di un gruppo ristretto della società: i consiglieri comunali e i sindaci del territorio, già per loro stessa funzione orientati politicamente, almeno nella maggior parte. Ed è stato un voto di esplicita conferma ai due anni di amministrazione appena trascorsi. Il Pd non ha presentato una lista “sua”, fatta cioè sotto il simbolo del PD e elaborata dagli organi del Partito, ma ha espresso dei propri esponenti nella lista civica ideata e nutrita dal Presidente della Provincia in carica. Se fosse stata una elezione dal valore politico il Partito avrebbe escluso certamente candidati che non fossero direttamente riconducibili all’esperienza del centrosinistra, perché fino ad oggi non si è svolta alcuna direzione regionale che abbia cambiato la linea di forte impegno del Pd nella costruzione di alleanze di governo nell’alveo del centrosinistra. La linea resta quella di massima apertura a tutte le forze sociali e civili, ma con un chiaro orientamento di centrosinistra. In ogni caso, i candidati direttamente espressione del PD sono andati molto bene e con soddisfazione si può dire che il nostro è l’unico partito che punta molto sulle donne, per il presente e per il futuro, essendo state elette per prime tutte le donne in campo. Non si può dire la stessa cosa del centrodestra che ha fatto registrare uno spiacevole zero nella casella dei voti per l’unica donna in lista, la più giovane candidata d’Italia. La perdita di un consigliere provinciale rispetto a due anni fa è fisiologica visto che nelle scorse amministrative il centrodestra ha conquistato Penne, e di conseguenza si è ridotto il numero e il peso dei consiglieri in forza al centrosinistra. Con la differenza che l’importante città Vestina con il centrosinistra al governo riusciva anche ad eleggere un rappresentante in Provincia. Inoltre, diversamente dal 2014, questa volta era in campo una terza lista, quella del PSI, che per forza di cose ha raccolto voti che molto probabilmente sarebbero andati naturalmente alla lista del Presidente Di Marco, essendo chiaro dai risultati che nei centri più piccoli esponenti del Pd abbiano “dimenticato” il proprio partito per aiutare esponenti della lista socialista.In futuro è auspicabile dedicare meno tempo possibile ad improbabili alchimie politiche, perché non è solo con l’aritmetica che si guadagna il consenso. All’opinione pubblica è dovuta chiarezza e trasparenza nelle alleanze di governo e nelle scelte amministrative, ed io sono certa che la nuova squadra eletta in Provincia, guidata da Antonio Di Marco, avrà come mission esclusiva l’interesse dei cittadini e delle loro comunità, e il Partito Democratico la sosterrà mantenendo alta l’attenzione su uno dei temi cardine dell’ente: l’edilizia scolastica e la messa in sicurezza degli Istituti della provincia”.