“Il tempo non (d)esiste”, il nuovo album de “La Differenza” presentato ieri alla Feltrinelli di Pescara. Selezione accurata e riarrangiata di alcuni brani della scena musicale italiana dagli anni ’70 agli anni ’90.
Il nuovo progetto musicale della band vastese presentato ieri in una gremita sala alla libreria Feltrinelli di Pescara alla presenza dei componenti: Fabio Falcone alla voce; Raffaele Zaccagna alle tastiere; Mattia Pompei alla chitarra e davide Cancelli alla batteria. “Il Tempo Non (D)esiste” é il racconto entusiasta di alcuni episodi della canzone italiana intravisti sotto una luce diversa, come se si trattasse a tutti gli effetti di materiale completamente nuovo, ad uso soprattutto di chi non lo conosce nel suo abito originale. Tra i pezzi, qualcuno più noto al grande pubblico ed altri decisamente meno, si respira infatti la vita fuori dall’archivio, una specie di attualità consapevole. Quasi tutti i brani vedono la collaborazione vocale, e in qualche caso strumentale, di artisti storici della tradizione pop-rock italiana. E dunque nel “Tira a Campare” ( del ’74) con Edoardo Bennato troviamo le urgenze giovanili di adesso, dentro al furibondo rock metropolitano di “Trappole”, insieme a Eugenio Finardi, la devastazione dell’annullamento di sé, tra le maglie del reggae sinistramente solare di “Sole Spento” con Omar Pedrini quell’inquietudine generazionale che cambia senza mai cambiare. L’unico inedito, l’intenso e radiofonico, “Molecolare”, precede l’elegante “Io ti cercherò” insieme a Ron e l’accattivante groove di “Fortuna che Non era Niente” con Alex Britti (che nell’occasione sfoggia anche stralci del suo incredibile talento chitarristico). Seguono l’omaggio divertito agli Skiantos (“Non Farò Mai quello che Vuoi”), la passionale “Se Mi Vuoi” con Tony Cicco della Formula 3, lo stralunato “Oh Oh Oh” portato a suo tempo al successo da Faust’o (Fausto Rossi) – e qui, in abito dark-dance riletto insieme ad un ironico Alberto Fortis – e una gemma nascosta di Garbo (“E’ Tardi”). Chiude “Le Louvre”, tributo, in una particolarissima versione voce, piano ed archi, all’Enrico Ruggeri autore, vero inno modernista di quasi 35 anni fa che fece conoscere al grande pubblico Diana Est e che qui, complice un arrangiamento armonico di grande suggestione, risplende di luce nuova. Il disco, prodotto da Stefano Severini & Raffaele Zaccagna per Smr/Universal Music, mescola chitarre inglesi ad un’elettronica intelligente che non prevarica mai le esigenze della narrazione e la bellezza originaria dei contenuti. La Differenza si pone in modo rispettoso e privo di arroganza davanti al piacere di ritrovarsi in canzoni senza scadenza, belle e profondamente moderne, senza però rinunciare ad osare dove necessario. Un cd godibile, profondo ed insieme lieve, come un’emozione che non si dimentica.