Immigrati a Manoppello: De Luca:”nessun paragone con Marcinelle”. Il sindaco di Manoppello Giorgio De Luca pronto ad accogliere i rifugiati ma non accetta paragoni con i minatori di Bois du Cazier.
La notizia di una petizione contro l’arrivo di 24 immigrati in una struttura dell’azienda agricola Moffa a Colle S.Andrea di Manoppello ha fatto il giro d’Italia, se n’é parlato anche nella trasmissione di Rai 3 “Agorà”. Tanto clamore per una semplice ragione: Manoppello città simbolo dell’immigrazione per i tanti paesani partiti dal piccolo centro del pescarese per cercare fortuna all’estero, tra questi, in particolare i minatori di Bois du Cazier che hanno pagato il prezzo più alto, in termini di vittime, nella tragedia dell’8 agosto del ’56. Solo per questo, qualcuno ha scritto, dagli abitanti di Manoppello c’era da attendersi una diversa sensibilità piuttosto che una tale chiusura di fronte alla possibilità di accogliere i rifugiati. Ma sulla vicenda interviene con fermezza il sindaco Giorgio De Luca che da un colpo al cerchio ed uno alla botte, sottolineando da una parte la regolare condotta dei titolari della struttura che andrà ad ospitare gli immigrati e la cooperativa che si occuperà della gestione, ma spiegando, dall’altra, la legittima preoccupazione dei residenti di Contrada Cupi che in poco tempo hanno raccolto 500 firme:
“La nostra Comunità, in questo periodo, deve far fronte a problemi molto seri tra questi una vera e propria emergenza sicurezza con una serie, ultimamente, di furti nelle case, abbiamo una caserma dei Carabinieri fatiscente e due soli vigili urbani. Non siamo razzisti – spiega De Luca – ma legittimamente preoccupati. Non accetto, però, paragoni arditi tra gli immigrati ed i nostri minatori, questi ultimi partivano per il Belgio per lavorare duramente nella taglie di carbone sotto terra, mentre gli immigrati vengono qui a fare cosa? Siamo, per carità, disposti ad accogliere chiunque avendo le dovute garanzie, ma nessuno si azzardi a strumentalizzare le vittime di Bois du Cazier.”
Intanto é quasi tutto pronto alla nuova struttura realizzata nell’area dell’azienda agricola Moffa dove troviamo anche un ristorante ed un frantoio ed il titolare Nicolino Moffa assicura sulla regolarità della procedura:
“So che saranno non più di 24, tutti di seconda fascia, ovvero già residenti da tempo in Italia ed in attesa dei documenti. Sono stato il primo a pretendere, in occasione della firma del contratto, determinate garanzie – ci dice Moffa – ovvero la presenza H24 di un responsabile della cooperativa, la realizzazione di corsi di lingua e la possibilità d’insegnare loro attività agricole, ho messo a disposizione anche un’area adiacente la struttura per la realizzazione di un piccolo campo sportivo”.
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