Ancora una drammatica testimonianza di approssimazione giudiziaria ad “In Cronaca”, in onda questa sera alle 22.30 su Rete8. Gabriele Colella in carcere per una violenza carnale mai commessa ai danni della sua ex compagna.
Gabriele Colella, 58 anni, oggi residente a Manoppello, ha dovuto attendere 17 anni e 5 gradi di giudizio per dimostrare la propria innocenza da una falsa accusa di violenza carnale nel confronti della sua ex compagna. In questi 17 anni una serie paradossale di errori giudiziari, false attestazioni da parte dei servizi sociali e perfino la tragica morte della madre, investita da un’automobile davanti casa, la cui notizia è stata appresa in ritardo per una “dimenticanza” del personale del carcere. Nei primi due gradi di giudizio sentenze emesse solo in base al discutibile “riferito dire”, senza mai tenere in considerazione la prova regina che avrebbe scagionato da subito Colella. 6 anni e dieci mesi dal giudice del Tribunale di Chieti, pena ridotta a tre anni e dieci mesi dalla Corte d’Appello de L’Aquila, ricorso ritenuto inammissibile dalla Cassazione. Quando, con il suo nuovo legale, ha richiesto l’esame dei vetrini per la prova dei Dna, il tribunale di Chieti ha prima acconsentito, salvo poi revocare per incompetenza funzionale. Stesso ricorso, a quel punto, presentato al Tribunale di Campobasso che autorizza perizia di parte parallelamente alla perizia d’ufficio, entrambe attestano l’innocenza di Gabriele Colella che nel frattempo si è fatto 18 mesi di carcere e 18 mesi di servizi sociali. Nonostante un maldestro tentativo della parte offesa di salvare il salvabile, lo scorso 21 gennaio la Corte di Cassazione ritiene inammissibile il ricorso riabilitando in tutto e per tutto Gabriele, oggi uomo libero con la fedina penale pulita, che non cerca vendetta, ma solo un onesto lavoro per poter vivere in serenità dopo tante sofferenze.
Il servizio del Tg8