La vicenda del signor Giuseppe Monaco, dipendente della Asl di Lanciano-Vasto-Chieti, ci è stata segnalata dall’Inca Cgil di Chieti. Riportiamo il comunicato inviatoci da Silvino Candeloro, membro del Collegio di presidenza Inca.
Nonostante le patologie contratte non lasciassero dubbi, il caso del signor Giuseppe Monaco è stato a lungo in bilico. L’Inca Cgil di Chieti ha sostenuto il lavoratore. Di seguito il comunicato Inca.
Una situazione apparsa immediatamente grave e che meritava tutta la nostra attenzione – scrive l’Inca. Le patologie connesse alla sua attività di radiologo in ospedale erano il risultato dell’assoluta carenza – o addirittura assenza – di adeguate apparecchiature, azioni e condizioni atte a garantire salute e sicurezza durante il lavoro. Nemmeno le certificazioni sanitarie non lasciavano dubbi eppure il caso sembrava di difficile soluzione a favore del lavoratore: negli anni Novanta le vecchie Usl erano state sostituite dalle Aziende sanitarie locali e la stessa documentazione appariva deficitaria per sostenere il contenzioso.
Per raggiungere l’obiettivo, siamo riusciti a coordinare i nostri migliori esperti medico-legali in materia di danno differenziale per ricostruirne la storia lavorativa, le condizioni di lavoro e le conseguenti patologie. Il resto è venuto dalla espressa volontà del lavoratore nel procedere all’azione giudiziaria. Noi ci siamo impegnati con determinazione nel sostenerlo con l’intento di compiere un atto di giustizia .
Al Signor Monaco non potremo mai ridare la salute. Come Patronato, riteniamo la sentenza un atto di giustizia da far valere anche come esempio nella battaglia per garantire sempre maggiore salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
L’Inca Cgil conferma il massimo impegno per tutelare i lavoratori, sia del settore privato che pubblico, oltre che in ambito assicurativo Inail, anche per un giusto risarcimento civilistico.