Alcune associazioni hanno presentato un esposto sulle piste tagliafuoco realizzate durante l’incendio sul Monte Morrone.
Chilometri di “scriteriate piste tagliafuoco, inutili e dannose” quelle realizzate, durante l’incendio sul Monte Morrone, nel territorio del Parco Nazionale della Majella secondo le Associazioni Appennino Ecosistema, Lipu, Salviamo l’Orso e Altura che, questa mattina, hanno presentato un esposto alla Procura della Repubblica di Sulmona, al Reparto Carabinieri Parco Nazionale Majella ed alla Stazione Carabinieri Parco di Popoli. Le associazioni affermano che le linee tagliafuoco sono state realizzate senza alcuna autorizzazione e con il pretesto dello stato di necessita’ legato al devastante incendio del Morrone. Nell’esposto si chiede l’intervento delle Autorità affinchè prevengano e reprimano reati che ” innalzeranno il pericolo di dissesto idrogeologico del Morrone Peligno, aggiungendo il danno delle frane e delle alluvioni a quello dell’incendio”.
Le associazioni ricordano che “in un articolo giornalistico era stata documentata la realizzazione in corso di piste tagliafuoco di lunghezza di oltre un chilometro e larghezza di 10-15 metri, con relativo sbancamento di pendii e valli, nel territorio dei Comuni di Pratola Peligna e Roccacasale, nel territorio del Parco Nazionale della Majella (Zone B e C), nonche’ in quello delle aree della Rete europea Natura 2000 denominate Zona di Protezione Speciale ‘IT7140129 Parco Nazionale della Maiella’ e Sito di Interesse Comunitario ‘IT7140203 Maiella. Le piste sono state realizzate anche dopo la dichiarazione formale di cessata emergenza e l’avvenuto spegnimento dell’incendio del Morrone, quindi , in palese assenza del requisito fondamentale dello ‘stato di necessita” e del pericolo ‘concreto ed attuale’ per le vite umane, richiesti dalla legge per la realizzazione in deroga di interventi d’emergenza”.