È in prognosi riservata nel reparto di Rianimazione dell’ospedale de L’Aquila il volontario di Protezione civile rimasto ferito nell’incendio sul Morrone.
Un volontario trentenne della Protezione civile, originario di Pettorano sul Gizio, è rimasto ferito, ieri pomeriggio, mentre era intento nelle operazioni di spegnimento dell’incendio sul Monte Morrone, che da dieci giorni sta interessando la Valle Peligna. L’incidente è avvenuto nella zona di Passo San Leonardo, in altura, nel territorio comunale di Pacentro. L’uomo ha riportato un grave trauma cranico e facciale. Le sue condizioni sono apparse subito gravi tanto che è stato necessario il trasferimento dall’ospedale di Sulmona al San Salvatore de L’Aquila. Secondo una prima ricostruzione il volontario sarebbe stato colpito da un grosso sasso che si sarebbe staccato da un albero distrutto dalle fiamme. Il rogo, intanto, tiene ancora in apprensione la popolazione e vede impegnati anche oggi vigili del fuoco e volontari della Protezione civile e dell’Ordine dei cavalieri di Malta. In azione un elicottero e due canadair. Ieri il vento ha alimentato nuovamente le fiamme riaccendendo i focolai. In particolare a Pratola Peligna l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Antonella Di Nino, aveva creato una linea tagliafuoco ampia 10 metri. Un rogo sta interessando l’area vicino alla frazione di San Pietro Celestino. Si ipotizza che si tratti di un altro innesco doloso per mano di un piromane.
Il sindaco Di Nino afferma “Apriremo nuove strade tagliafuoco per contrastare più efficacemente l’avanzata delle fiamme. E’ stato deciso dopo l’incontro avuto questa mattina con il coordinamento interforze, nella sede del Coc di Sulmona .I vigili del fuoco e i mezzi che operano da ieri sul versante pratolano sono da stamattina impegnati nel contrasto delle fiamme divampate nella tarda serata di ieri dopo che la costruzione della linea tagliafuoco al confine con il territorio di Sulmona, voluta fortemente dalla mia amministrazione, ha dato risultati significativi nel contrasto delle fiamme. Per questo motivo, nella mia breve partecipazione alla riunione del COM di questa mattina, ho comunicato la mia precisa volontà di favorire l’apertura di nuove linee tagliafuoco nelle strade forestali esistenti e abbandonate all’incuria, per favorire efficace transito soccorsi e contrasto degli incendi da terra, una misura indispensabile come dimostrato, appunto, già ieri. Volontari e ditte incaricate specializzate saranno all’opera: la battaglia continua e non arretriamo di un millimetro”.
La capogruppo di Sinistra italiana al Senato e presidente del Gruppo Misto Loredana De Petris chiede al Governo di mobilitare l’esercito per domare gli incendi che da giorni devastano l’Abruzzo.
La parlamentare afferma “Faccio appello al presidente Gentiloni perché il governo metta in campo tutti i mezzi a propria disposizione per fronteggiare gli incendi che in Abruzzo, ma anche nel Lazio e in Calabria, rappresentano ormai un’emergenza assoluta. Nelle zone intorno a Sulmona e Tagliacozzo la situazione è tragica: si tratta di un disastro ambientale gravissimo, con oltre mille ettari del parco nazionale bruciati, a cui si aggiunge ora un serio problema di inquinamento. I volontari fanno con grande coraggio e abnegazione quello che possono, anche correndo gravi rischi, ma la loro generosità non basta e i reparti degli Alpini inviati dal governo sono del tutto insufficienti. I criminali incendiari continuano nella loro opera appiccando sempre nuovi incendi, senza che si riescano a spegnere quelli che già divorano il parco nazionale. È essenziale moltiplicare i controlli per impedire a questi criminali di appiccare nuovi incendi ed è necessario schierare uomini e mezzi dell’esercito, inclusi i reparti specializzati, per fermare questa catastrofe ambientale”.
Si allarga il fronte delle indagini sul rogo del Morrone. Ieri i vigili del fuoco hanno trovato altri due inneschi: uno sarebbe partito ieri sera alle spalle della linea tagliafuoco realizzata nel territorio di Pratola Peligna. Situazione che ha spinto il procuratore della Repubblica Giuseppe Bellelli a intensificare le indagini con l’obiettivo di assicurare alla giustizia i responsabili accusati di disastro ambientale. Ieri Bellelli è tornato dopo una settimana sul fronte dell’incendio facendo un sopralluogo insieme a carabinieri della forestale e vigili del fuoco, ai piedi dell’eremo di Celestino V dove ieri è ripartito l’incendio che sospinto dal vento è arrivato a lambire le case delle frazioni pedemontane. In totale sarebbero dieci gli inneschi recuperati, compresi quelli trovati sul versante di Prezza, mentre quattro trovati sul Morrone sono stati già refertati e sottoposti ad accurate analisi dai Carabinieri Forestali. Sui primi roghi appiccati sul Morrone una settimana fa sono stati già sentiti cinque testimoni, persone informate dei fatti che ben conoscono la montagna e non viene tralasciata nessuna pista. Il procuratore Bellelli è convinto che dietro gli incendi si nasconda un’unica mano. Intanto sono riprese da questa mattina le operazioni di spegnimento dell’incendio. Sul fronte del fuoco oltre 100 uomini tra alpini dell’esercito, vigili del fuoco e volontari della protezione civile mentre dal cielo operano due canadair e due elicotteri in attesa che arrivino quelli dalla Francia annunciati dal presidente della Regione Luciano D’Alfonso.
Il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, già in contatto continuo con il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli, ha telefonato in mattinata al Presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso e al Prefetto di L’Aquila Giuseppe Linardi per gli incendi che stanno interessando da diversi giorni l’area del Parco nazionale della Majella.
height=315“Di fronte a una situazione molto complessa, in particolare sul monte Morrone – ha detto Galletti – c’è in campo ogni sforzo possibile di uomini e mezzi: dalla Protezione Civile ai Carabinieri Forestali, alle Forze Armate e ai volontari dislocati sul territorio, fino alle unità aeree, anche straniere, che sono a lavoro o che arriveranno nelle prossime ore. Siamo vicini alle comunità del Parco oggi e lo saremo anche domani, quando sarà il momento degli interventi specifici di ripristino e recupero della biodiversità”.