Ha respinto le accuse l’imprenditore abruzzese Carlo Palumbi arrestato il 7 novembre nell’ambito dell’inchiesta “Ghost jobs” coordinata dalla Procura della Repubblica di Ancona.
Ha respinto ogni addebito, nel corso di due ore e mezzo di interrogatorio, davanti al gip Sonia Piermartini, Carlo Palumbi, uno quattro imprenditori finiti agli arresti domiciliari il 7 novembre per corruzione nell’ambito dell’inchiesta “Ghost jobs” su presunti appalti pilotati da un geometra comunale dell’ufficio manutenzioni del Comune di Ancona, Simone Bonci, finito in carcere con la stessa accusa.
Carlo Palumbi, socio della “Procaccia & C.”, originario del Teramano, difeso dagli avvocati Gennaro Lettieri e Renzo Di Sabbatino, ha spiegato la sua posizione mentre gli altri tre imprenditori arrestati ,Marco Duca, Tarcisio Molini e Francesco Tittarelli, si avvalsi della facoltà di non rispondere in attesa di esaminare le carte: tutti respingono l’accusa di corruzione.
Secondo la Procura, Palumbi avrebbe ottenuto lavori da Bonci in cambio di tangenti mentre i suoi legali hanno detto che “Non è un corruttore si è trovato in una situazione particolarissima e ad un progetto incompleto ed errato e da ricorreggere. Lavori conclusi entro una stagione particolare. Con un computo metrico della portabilità dei lavori largamente carente. Una posizione, quella dell’imprenditore, “minore e secondaria. In una conversazione filmata dalla polizia nell’ufficio di Bonci, lui e Palumbi parlano di “caffè”, “caffè hag”, “cappuccino”: tangenti secondo gli investigatori. Per la difesa, invece, non erano riferimenti a denaro e regali ma solo a “utilità affinché i lavori andassero avanti e che l’impresa venisse pagata di quello che veniva realizzato”.
Il ribasso del 25% era in linea con le proposte delle altre 12 ditte che hanno partecipato in una gara tale per cui era impossibile una manipolazione. Palumbi ha chiarito le somme prese che fanno riferimento ai lavori del Passetto, erano per i lavori effettivamente fatti. Varianti necessarie affinché l’opera fosse fatta a regola d’arte. Si è trovato di fronte a situazioni che non ha promosso ma ha subito. Il ribasso straordinario anomalo per aggiudicarsi il lavoro non sta in piedi perché non era noto il meccanismo di assegnazione e il secondo partecipante ha fatto offerta che si differenzia da Palumbi dello 0,11%”.