Innchiesta Chiodi Venturoni: oggi si decide per i rinvii a giudizio, appuntamento alle 9.30 al Tribunale di Pescara davanti al giudice Sarandrea.
Si giunge dunque all’epilogo della fase preliminare del processo sui tetti di spesa imposti alle cliniche private nel 2010 e che vede tra gli imputati l’ex commissario ad acta e presidente della Regione Gianni Chiodi, l’allora assessore regionale alla sanità Lanfranco Venturoni e l’ex sub commissario Giovanna Baraldi; oltre a due tecnici dell’Agenzia Nazionale per i servizi sanitari. La pubblica accusa, affidata al Pm Andrea Papalia, punta il dito su reati legati alla firma dei contratti tra la Regione e la Case di cura costrette ad accettare un taglio di 40 milioni di euro. Riscontri interessanti per la Procura emergono dalle migliaia di pagine delle lunghe trascrizioni delle intercettazioni, mentre l’avvocato di parte Civile Tommaso Marchese insiste sulla continuità dei reati a vario titolo di violenza privata, falso ed abuso anche su provvedimenti della Regione sull’annualità 2011/2012, aspetto questo che farebbe slittare la scadenza della prescrizione al 2019. Nella scorsa udienza é stata accolta la richiesta di Parte Civile di unificare le discussione da qui il rinvio all’udienza di oggi che dovrebbe essere l’ultima in vista dell’eventuale fase dibattimentale. Ricordiamo che secondo l’accusa l’allora governatore Chiodi avrebbe imposto alle cliniche private la firma dei nuovi contratti senza la quale non avrebbe corrisposto le spettanze dei vecchi, mostrando, tra l’altro, un atteggiamento ostruzionistico nel fornire i dati per procedere all’attuazione della metodologia utilizzata per realizzare i tetti di spesa. Un ostruzionismo, sempre secondo l’accusa, le cui ragioni ben si comprendono dal contenuto di diverse intercettazioni dalle quali si evidenzia, ad esempio, una definizione dei tetti di spesa su Villa Pini basata su almeno il 50% di ricoveri inappropriati.