L’uso corretto degli attrezzi e gli indumenti adeguati sono fondamentali per prevenire incidenti in montagna secondo l’alpinista abruzzese Giampiero Di Federico che al Tg8 spiega come vanno utilizzati ramponi, ciaspole e picozze.
I recenti incidenti mortali avvenuti in montagna, tre escursionisti che hanno perso la vita in Abruzzo e uno sciatore sulle Alpi Svizzere, ripropongono il tema della sicurezza, anche alla luce dei dati riguardanti il 2018 che hanno visto in Italia un record storico di interventi del personale del Soccorso Alpino e Speleologico ben 9.554, di cui il 73% svolte in territorio montano e impervio.
L’ 11% di queste operazioni è stato dedicato alla ricerca di persone scomparse e il 9% ha interessato le richieste di soccorso nei comprensori sciistici. La rimanente parte di percentuale, piuttosto corposa, è suddivisa fra interventi di protezione civile, valanga, forra, grotta, evacuazione impianti a fune.
Secondo Giampiero Di Federico, guida alpina, “ambientalista d’azione”, già docente di alpinismo, scialpino e arrampicata alla Facoltà di Scienze Motorie dell’università dell’Aquila e direttore del corso di laurea in preparatore atletico e manageriali degli sport di montagna, “l’uomo ragno” che ha scalato oltre le cime rocciose del Gran Sasso e della Maiella e anche il tetto del mondo delle montagne asiatiche, chi va in montagna deve avere consapevolezza e saper valutare i rischi che può correre e sapere, per esempio che il periodo più pericoloso dell’anno è quello tra novembre e dicembre perchè si forma il ghiaccio sottile, detto anche vetrato, che è altamente scivoloso.
Di Federico non accoglie con particolare entusiasmo la proposta riguardante l’uso del braccialetto elettronico con rilevatore satellitare per recuperare gli escursionisti.
La proposta arriva dal presidente della Provincia dell’Aquila Angelo Caruso, che è anche sindaco di Castel di Sangro secondo il quale “Occorre assumere la consapevolezza che il ripetersi continuo di eventi luttuosi comporta la necessità di assunzione di misure rigorose, a partire da una regolamentazione che imponga una formazione per coloro che approdano alla pratica ed un accompagnamento obbligatorio con guide patentate per i siti più pericolosi.
Andrebbe imposta la dotazione di un rilevatore satellitare in grado di arrivare automaticamente l’allerta al verificarsi di qualsiasi situazione anomala.Tale semplice strumentazione favorirebbe una tempestiva attivazione dei soccorsi ma anche il ritrovamento della persona.
La Regione potrebbe legiferare per prevenire tali eventi e per soccorrere rapidamente coloro che vengono a trovarsi in difficoltà. L’immediata segnalazione del fatto aumenterebbe di gran lunga le chance di poter trovare in vita l’interessato dal soccorso, rispetto ai normali tempi di ritrovamento. Se praticamente abbiamo l’obbligo di mettere il sensore contro la dimenticanza dei bambini dentro le auto, ritengo che un braccialetto per gli escursionisti mi pare il minimo per affrontare quella che è diventata una emergenza”.