Svolta giudiziaria nel caso del bimbo ucciso a Pescara. Per il noto psichiatra Renato Ariatti, “il padre omicida non è più pericoloso e può tornare in libertà”.
Rilevanti le conclusioni della perizia d’ufficio dello psichiatra bolognese incaricato dal Tribunale, che ha visitato più volte il padre omicida: “Maravalle oggi non e’ pericoloso. E’ in grado di essere rimesso in libertà e proseguire le cure fuori come qualsiasi altro cittadino”.
L’infanticidio
Massimo Maravalle, tecnico informatico di 47 anni, la notte tra il 17 e il 18 luglio 2014 a Pescara, in via Petrarca, uccise il figlio di 5 anni Maxim mentre dormiva. Il bimbo era di origine russa ed era stato adottato nel 2012. Maravalle, dal dicembre 2014 si trova presso la casa di cura e custodia annessa all’ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa. La misura era stata adottata in seguito alla perizia psichiatrica sull’uomo effettuata sempre da Ariatti. Ora sara’ il gup a decidere sulla custodia di Maravalle. L’udienza si terra’ il 29 ottobre prossimo
L’udienza di oggi
Le conclusioni di Ariatti, che in passato ha firmato le perizie su Bernardo Provenzano e Annamaria Franzoni, sono state illustrate e discusse oggi davanti al gip Gianluca Sarandrea. Presenti Maravalle, il suo difensore, il pm Andrea Papalia e Marilisa Amorosi, responsabile del Centro di Salute Mentale di Pescara, consulente di parte scelto dalla difesa.
La prima perizia che lo fece uscire dal carcere
In una prima perizia Ariatti aveva concluso che, la notte del delitto, “Massimo Maravalle versava, per infermita’ in condizioni di totale esclusione della capacita’ di intendere e volere”. In quell’occasione lo psichiatra aveva anche evidenziato che “le condizioni psicopatologiche appaiono migliorate, pur persistendo quote attenuate di pericolosita’ sociale, che richiedono il prosieguo delle cure in condizione di residenzialita’ sulle 24 ore, ad alta intensita” terapeutica oltre custodiale”. L’uomo, quindi, era stato trasferito dal carcere nella clinica di Aversa.