A 24 ore dal tavolo di monitoraggio in programma domani al Mef a Roma per quel che riguarda la sanità in Abruzzo, grido d’allarme dell’intersindacale sanitaria sulla mancata definizione degli atti aziendali.
Alcuni dei rappresentanti delle 14 sigle sindacali che operano all’interno della sanità in Abruzzo, presenti oggi in conferenza stampa per porre l’attenzione sulle gravi carenze della politica sanitaria nella nostra Regione. Itala Corti del sindacato Medici Ospedalieri, Alessandro Di Felice dell’associazione nazionale primari, Carlo Capparuccia di Cisl Medici ed il coordinatore dell’Intersindacale Walter Palumbo hanno illustrato nel dettagli i troppi punti critici. Riconoscendo, comunque, il lavoro svolto per uscire dal commissariamento, la vera nota dolente riguarda la mancata definizione a distanza di oltre un anno degli atti aziendali delle varie Asl, nonostante la Regione abbia recepito con la Legge 79 il Decreto Ministeriale 70, un documento fondamentale e strategico per la programmazione, come quello dell’atto aziendale, resta ancora indefinito ed incompleto e presenta, tra le altre cose, molti punti contraddittori rispetto alle linee guida. Un esempio su tutti quello della ripartizione delle Unità Operative Complesse e a cascata delle Unità Operative Semplici e delle Unità Operative semplici dipartimentali. La norma prevede che in base ad un numero definito di Uoc vengano istituite Uos e Uosd moltiplicate per il coefficiente di 1,31. In Abruzzo, lamentano i sindacati, l’istituzione di queste strutture avviene ancora senza criterio, o addirittura in base a favori politici in un territorio piuttosto che in un altro. Disatteso, secondo l’intersindacale, anche il piano di conservazione, perché in territorio colpito dal sisma, per l’ospedale di Popoli di fatto totalmente depauperato.