Annullati i domiciliari per Vincenzo Macera: il Tribunale del Riesame rimette in libertà uno dei 149 indagati dell’inchiesta “Isola felice”, condotta dalla Direzione distrettuale antimafia dell’Aquila.
All’operazione era stato dato un nome dal sapore paradossale, “Isola felice”, tanto per ricordare che l’Eden anti-crimine non esiste in nessun luogo. Nel registro degli indagati, ai primi di settembre, sono stati scritti i nomi di 149 persone, delle quali 20 sono finite in carcere 5 ai domiciliari. Le accuse riguardano l’associazione di stampo mafioso, estorsione, traffico di armi e droga, riciclaggio e altri reati. Ora il Tribunale del Riesame di L’Aquila ha annullato l’ordinanza di misura cautelare disposta dal gip aquilano nei confronti di Vincenzo Macera, una delle persone arrestate nell’ambito dell’operazione della Procura antimafia “Isola Felice”. L’indagine ha coinvolto Molise, Abruzzo e Puglia. Macera, ai domiciliari e difeso dagli avvocati Giuseppe Mileti e Nicola Bonaduce, durante l’interrogatorio di garanzia aveva chiarito la sua posizione. L’inchiesta sarebbe nata dalle dichiarazioni di Eugenio Ferrazzo, considerato il capo del clan che aveva messo le mani sulla costa molisana e il litorale del sud dell’Abruzzo. I fatti sarebbero avvenuti fra Campomarino, Termoli, San Salvo e il pescarese. Decisivo, anche secondo il procuratore nazionale antimafia Franco Roberti (nella foto) il ruolo di alcuni pentiti, tra i quali ci sarebbe lo stesso Eugenio Ferrazzo. L’inchiesta, che ha portato a 149 indagati, 25 dei quali oggetto di provvedimenti cautelari eseguiti dai carabinieri, si era dipanata in 6 regioni italiane e anche all’estero.