Situazione difficile alla L Foundry di Avezzano. Il piano presentato ieri a Roma dall’azienda non convince. Molto dura la Cgil.
La L-Foundry di Avezzano manda a casa 100 interinali da gennaio, 80 dipendenti indiretti trasferiti all’attività produttiva e nessun ritorno del super minimo.
Sono alcuni punti del piano presentato dall’azienda di proprietà cinese durante l’incontro che si è svolto ieri a Roma al ministero delle Attività Produttive e del Made in italy. Un tavolo convocato dal sottosegretario Fausta Bergamotto e una situazione che preoccupa non poco i 1400 dipendenti. Leggi anche: Avezzano: L-Foundry, incontro con i sindacati preoccupati per il futuro
Marcello D’Antiochia, l’amministratore, ha illustrato il piano spiegando che sono in fase di crescita con una forte localizzazione su ricerca e sviluppo ma è fondamentale evitare di entrare in uno stato di crisi per cui se il programma sarà condiviso si riusciranno a superare brillantemente i prossimi due anni.
La notizia è che gli interinali andranno a casa, cento, solo lo scorso anno erano più di 200 tra carrelisti e operai. I sindacati però sono molto duri, soprattutto la Cgil, ma anche gli esponenti politici come il sindaco di Avezzano Di Pangrazio, il senatore Fina e lo stesso consigliere regionale Verrecchia hanno espresso molta preoccupazione per quanto sta accadendo nell’azienda che è la più grande del territorio.
Intanto i dipendenti LFoundry incrociano le braccia per dire no al taglio di 100 posti di lavoro e lo fanno per nove giorni di sciopero, fino all’11 novembre per lanciare un messaggio chiaro all’azienda.
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