La Fiom Cgil preoccupata per la situazione dei lavoratori di L-Foundry di Avezzano e della Magneti Marelli di Sulmona
Il segretario generale della Fiom Cgil dell’Aquila Elvira Simona De Sanctis afferma che “E’ necessario gestire le pause che, con le nuove turnazioni, sono state compresse” nello stabilimento specializzato nella produzione di memorie volatili e sensori d’immagine.
Il segretario De Sanctis aggiunge: “Ci stiamo confrontando in vista del tavolo ministeriale previsto per il 29 ottobre. Chiediamo di rivedere il discorso delle pause, di fondamentale importanza visto il tipo di lavoro che gli operai sono chiamati a svolgere ma anche le conseguenze economiche delle nuove turnazioni che, dallo scorso 2 ottobre, sono passate da 12 ad 8 turni” ricorda la Fiom che attende la presentazione del nuovo piano industriale. La commessa scadrà a fine anno e dall’azienda marsicana non sono arrivate garanzie nel corso dell’incontro che si era tenuto, nei giorni scorsi, con le organizzazioni sindacali. In dieci anni l’azienda marsicana ha perso 400 posti di lavoro”.
Andrea Crugnale della Rsu Fiom alla Magneti Marelli di Sulmona interviene invece sulla situazione nello stabilimento della città peligna.
Crugnale spiega che “Solo un paio di notti sono state recuperate, dopo lo sciopero dello scorso 18 ottobre, ma non c’è nessuna ripresa graduale del terzo turno nello stabilimento della Magneti Marelli di Sulmona. Ad oggi non c’è alcuna ripresa. Quello che succederà nei prossimi giorni non possiamo saperlo perché, come ci hanno ribadito a Roma, lavoriamo in simbiosi con l’ex Sevel. Se Atessa non riparte con il terzo turno, non ripartiamo nemmeno noi, dopo l’annuncio che era arrivato, la scorsa settimana, da un’altra organizzazione sindacale.
I turni di notte erano stati sospesi lo scorso 26 agosto a causa dei rallentamenti produttivi dell’ex Sevel di Atessa, a cui la Marelli è legata per l’80 per cento della produzione. Una situazione, secondo i sindacati, non proprio rosea, se si tiene conto che, dallo scorso 19 agosto fino al primo agosto 2025, è stato attivato il contratto di solidarietà per i 462 dipendenti della fabbrica peligna (40 impiegati e il resto operai). Contratto che prevede già una riduzione lavorativa del 45 per cento, fermo restando il mantenimento del bagaglio contributivo”.