Il cultore di storia Aurelio Bigi racconta nel libro intitolato “Chieti e l’Abruzzo Citeriore nel Settecento” come erano i piccoli e grandi centri più di trecento anni fa. Lo studioso afferma: «Chieti era una piccola Napoli con 10mila abitanti e i primi negozi».
Aurelio Bigi, cultore della storia teatina e già commissario del teatro Marrucino di Chieti e assessore comunale a Bucchianico, dedica un libro alla città di Chieti e a diversi comuni abruzzesi del Diciottesimo secolo. Erano gli anni in cui si parlava di Chieti come “la piccola Napoli”.
Il dottor Bigi racconta: «Chieti era una città ricca di alberghetti e locande, salotti aristocratici e cantine. Queste ultime erano frequentate dal “popolino”. Le loro case erano piccole e sopraffollate, da figli, genitori e sorelle non accasate e magari da qualche altro parente. Chieti diede i natali a tante personalità, anche di spessore, che operarono per il bene della città d’origine e seppero farsi apprezzare in tutto il Regno. Sono da ricordare personaggi di elevata statura quali l’economista Ferdinando Galiani, il marchese Federico Valignani, lo studioso Romualdo de Sterlich e il ministro Antonio Nolli. Erano di Chieti gli arcadi Vincenzo Ravizza e Romano Mattei, il letterato Bernardo Valera, lo storico Domenico Romanelli, il poeta Gennaro Durini, i pittori Donato Teodoro, Ludovico de Majo e Saverio Persico e il compositore Saverio Selecchy, padre del Miserere e cioè la colonna sonora della Processione del Cristo morto».
Leggi anche: Libri: “Chieti e l’Abruzzo Citeriore nel Settecento”