Un quadro a dir poco preoccupante quello che emerge dall’analisi della Cisl, in collaborazione con l’economista Pino Mauro, per quel che riguarda il lavoro in Abruzzo.
Nei primi 9 mesi del 2018 andati in fumo 26 mila posti di lavoro, -5,1% rispetto ad un anno fa con l’abbassamento del tassi di occupazione di quasi 3 punti percentuali. Un dettaglio ancora più preoccupante è quello che emerge dai dati dell’associazione di promozione sociale “Michelangelo Ciancaglini” che parla di 67 mila disoccupati, il doppio rispetto a dieci anni fa quando iniziò la crisi economica. Alla luce di una ripresa lenta, più forte per le grandi aziende, meno per le piccole e medie, ad influire, paradossalmente, è anche il decreto dignità introdotto dall’attuale governo che invece di incentivare il turn over costringe le aziende non rinnovare i contratti:
“Chiaramente c’è cautela da parte delle aziende – spiega l’economista Pino mauro – in un clima socio economico politico così incerto, restano in attesa di un quadro più chiaro.”
A pesare, poi, sull’economia regionale, secondo la Cisl, la mancanza da anni di una concreta, visibile e verificabile politica di programmazione e sviluppo strategico complessivo:
“Tanti buoni propositi e progetti – sottolinea Leo Malandra segretario regionale Cisl Abruzzo e Molise – ma pochi fatti, vedi il Masterplan ad esempio o la Carta di Pescara che attendono ancora piena attuazione. C’è poi la grande opportunità data dalle Zone Economiche Speciali che in questo periodo il presidente vicario Lolli sta perimetrando, ma che al momento resta sul piano della totale astrazione, mentre anche sul fronte infrastrutturale la nostra Regione resta fuori dalle principali reti commerciali, il corridoio baltico da nord a sud aggira l’Abruzzo prima di proseguire per Bari e per quanto riguarda la cerniera dalla Spagna all’Europa dell’Est, un importante nodo potrebbe essere quello da Civitavecchia ad Ortona, chi andrà a governare questa Regione, speriamo, tenga conto di questi elementi.”
Il servizio del Tg8