La discarica dei veleni continua ad inquinare: esposto del M5S in Procura per le insufficienti messe in sicurezza a Bussi.
Dieci anni sono passati ormai dalla scoperta della discarica TreMonti, a distanza di breve tempo anche le altre due discariche denominate 2A e 2B. Al di là di un lungo e complesso percorso giudiziario e dell’attività parallela che porterà ad una bonifica, si spera, nel giro di un tempo non tanto esteso; c’é il dato inquietante, confermato dalle analisi Arta, della contaminazione che prosegue in quei terreni e su un’area anche più ampia che arriva a Piano d’Orta. Lo certificano le analisi del 2012, ma anche quelle tra marzo e giugno 2016 che parlano di quadro idrochimico paragonabile a quello riscontrato nelle precedenti indagini, fino alle validazioni Arta dello scorso febbraio nelle quali si parla di aumento dei livelli dontaminazione, in particolare per quel che riguarda l’esacloretano ed il tetracloretano:
“Questo é il segno evidente – spiega Sara Marcozzi capogruppo in Regione del M5S – che le misure di messa in sicurezza sono state inesistenti o inadeguate, ecco perchè abbiamo deciso, insieme al consigliere regionale Domenico Pettinari e al deputato Gianluca Vacca di presentare un esposto in Procura ponendo alle autorità competenti un quesito: perchè a distanza di 10 anni, il sito é ancora contaminato, non é stato messo in sicurezza e non é stato bonificato?”
La sponda viene dal Codice dell’ambiente che prevede in casi del genere un intervento urgente di messa in sicurezza che, nel caso specifico, non c’é stato e che chiama in causa proprietari dei siti e responsabili, Isidoro Malandra, l’avvocato che sta seguendo la vicenda per il M5S, chiarisce sugli scenari:
“Già nel 2014 la Procura di Pescara dispose il sequestro delle discariche 2A e 2B, di proprietà della Solvay, proprio alla luce di una mancata messa in sicurezza. Anche l’Arta contestò le operazioni messe in campo dall’ex commissario straordinario di bacino Goio, perchè non funzionali a garantire il confinamento della contaminazione delle acque sotterranee. Con questo esposto miriamo ad individuare grazie al prezioso lavoro dei magistrati inquirenti, eventuali responsabilità penali per quanto non é stato fatto o fatto male, visto che l’inquinamento non é stato fermato”.