Un vero e proprio braccio di ferro che non giunge a conclusione, quello tra i Coniugi Ciano ed il Comune di Pescara. Tolta la residenza per irreperibilità e senza avviso.
Solo qualche settimana fa il tanto atteso confronto con il sindaco Masci per Giuseppe Ciano e sua moglie, dopo 9 mesi di attesa, per non ricevere alcuna rassicurazione nonostante da anni i due, entrambi malati, siano costretti a vivere in una rimessa agricola. In quella circostanza il sindaco spiegò che non avrebbe mai potuto firmare un’ordinanza in loro favore per non fare un torto ad altri che attendono un alloggio popolare e sono meglio piazzati in graduatoria. A nulla è servito il chiarimento di Giuseppe Ciano, con documenti alla mano, su un diritto acquisito ad avere una casa, tra l’altro dopo il verbale di sgombero della Asl dalla rimessa agricola. Sgombero, tuttavia, sospeso per effetto del DPCM di stato di emergenza da Coronavirus fino al 15 ottobre prossimo, con il blocco di tutti gli sfratti per qualsiasi ragione, pignoramenti ed atti esecutivi in genere. Al danno si è aggiunta la beffa solo qualche giorno fa, negli uffici dell’Inps per chiedere le ragioni della mancata corresponsione del Bonus Covid 19, i Coniugi Ciano hanno scoperto con stupore di essere stati entrambi cancellati dalla residenza del Comune di Pescara come persone irreperibili, con l’inevitabile perdita anche dei diritti civili fondamentali:
“Un provvedimento da noi giudicato illegittimo – ci riferisce Ciano – e comunque irregolare visto che da ben nove mesi tra noi e la segreteria del Sindaco, la Segreteria delle Politiche della Casa e la nostra assistente sociale, oltre che con l’assessore comunale ai servizi sociali c’è un’intensa relazione sia attraverso il telefono che a mezzo e mail e pec. Non solo, ma di noi, chi siamo e dove viviamo , è a conoscenza tutta Pescara grazie anche all’interessamento dell’associazione Codici, del vice presidente del consiglio regionale Pettinari e dei tanti organi d’informazione che hanno seguito dagli inizia la vicenda.”
In parole povere l’amministrazione comunale continua a fare muro per motivi che i coniugi Ciano faticano ad individuare :
“Noi però non ci arrendiamo – ci dice ancora Giuseppe – fin quando non sarà riconosciuto il nostro sacrosanto diritto ad una casa.”