Il panico può essere potenzialmente più pericoloso delle malattie, per questo occorre buon senso. I consigli di una docente di Psicologia della d’Annunzio che invita a basarsi su fonti ufficiali, a un unico protocollo di comportamenti e a una informazione più completa.
La docente di Psicologia Beth Fairfield invita a non lasciarsi prendere dal panico ma, per quanto possibile, a essere cauti indubbiamente ma anche razionali per evitare situazioni ancora peggiori. Il panico ha scatenato la corsa ai supermercati per fare provviste, l’assalto alle mascherine e ai prodotti igienizzanti. Ma la psicologa spiega che anche per quanto riguarda la pulizia e l’igiene, sempre dovrebbero essere applicate le misure indicate dall’Ministero della Salute. Inoltre auspica che l’informazione sia oggettiva e precisa: parlare naturalmente dei casi positivi, purtroppo delle vittime ma anche di chi guarisce o di quella alta percentuale che avverte sintomi lievi per il Coronavirus o ancora dei casi che poi si rivelano negativi alla malattia. Certo, si ha il timore dell’ignoto, di una patologia piovuta così all’improvviso dalle nostre parti e di cui si sa ancora poco. Non fa bene, prosegue la docente, nemmeno la diatriba tra virologi e infettivologi sulla natura e la potenziale pericolosità del Coronavirus anche se si tende a tranquillizzare, vista la percentuale alta di guarigione. Insomma più uniformità di informazione e di comportamento da parte delle istituzioni affinché i cittadini non siano disorientati, perché la molteplicità di informazioni e di notizie spesso false, può generare ulteriore panico. Un ultimo accenno, importante, per gli anziani per i quali bisogna avere maggiore attenzione anche alla luce degli sciacalli che si recano a domicilio per fare tamponi assolutamente non autorizzati. Panico no, buon senso sì.