La Sevel, azienda del gruppo Stellantis, ridurrà i turni dal 27 settembre da 18 a 15 a causa della carenza di forniture, ma i sindacati insorgono e chiedono l’intervento del Governo.
“Le fluttuazioni dei mercati nazionali e internazionali generate dalla pandemia e dalla carenza di chip sono fonte di un crescente senso di incertezza “, spiega Stellantis in merito alle decisioni assunte alla Sevel sulla riduzione dei turni. “L’azienda sta attuando le migliori soluzioni logistiche per difendere i propri lavoratori e l’intera organizzazione. La conclusione di una parte dei contratti di somministrazione in Sevel rientra nelle normali attività di gestione della forza lavoro di Stellantis in tutti gli stabilimenti europei nell’ambito di questi momenti di instabilità che riguardano tutto il settore automotive mondiale”. Stellantis ribadisce che “l’obiettivo è tutelare l’azienda e i propri lavoratori” e aggiunge che “l’evoluzione della situazione, considerata l’incertezza, è monitorata quotidianamente”.
L’annuncio ha scatenato le reazioni dei sindacati e dei sindaci del territorio.
Fiom Cgil. “Come FIOM siamo sempre più preoccupati rispetto al futuro delle lavoratrici e dei lavoratori della Sevel, dell’indotto e dei servizi. È innegabile l’esistenza di un problema di approvvigionamento di componenti che riguarda tutto il settore dell’automotive, ma continuiamo a pensare che Gliwice stia determinando anche nuove strategie da parte di Stellantis. Sicuramente il problema dei componenti è reale ma abbiamo l’impressione che si stia sfruttando questa congiuntura per riorganizzare le produzioni di Stellantis”. In questi termini la Fiom Cgil torna sulla vicenda Sevel mostrando tutta la propria preoccupazione sul futuro occupazionale in Abruzzo. “La decisione di Sevel di riportare lo stabilimento a 15 turni creerà delle conseguenze che avranno una ripercussione diretta sull’occupazione a partire dai lavoratori precari, non solo della Sevel, ma di tutte le aziende dell’indotto e dei servizi. Come FIOM continuiamo a pensare che dietro questa congiuntura si possa nascondere una reale strategia; d’altra parte, nell’era del capitalismo, era il barone Rothschild che diceva una frase del genere… “Si investe quando il sangue scorre per le strade”. Continuiamo a pensare che sia urgente stabilizzare i precari e avviare un contratto di espansione per favorire l’aggancio alla pensione dei più anziani. Va aperta una discussione su tutto il territorio non solo per la Sevel, ma per tutte le aziende che saranno coinvolte da questa decisione. Oggi più che mai è necessario avviare un’azione unitaria e programmare iniziative di lotta per difendere i nostri territori”.
Fismic Confsal. “Esprimiamo grande rammarico perché i lavoratori con contratto di somministrazione della Sevel hanno bene operato con spirito di sacrificio in questi anni e sapere che saranno avviati a un percorso di precarizzazione ci riempie di angoscia e tristezza”. Lo afferma Roberto Di Maulo, segretario generale Fismic Confsal, dopo la notizia della riduzione dei turni alla Sevel con conseguenze sull’occupazione. “Chiediamo al più presto l’intervento del governo, chiediamo che il ministro Giorgetti convochi al più presto le parti sociali per un incontro in merito. Ribadiamo inoltre che è possibile prevedere di utilizzare i somministrati in un prossimo futuro quando la fornitura di componenti elettroniche sarà stabile e la produzione di furgoni tornerà a pieno regime…”.
Fim Cisl. Il sindacato parla di “contraccolpo occupazionale per 900 lavoratori che verrà compensato con l’interruzione dell’attività di trasferta di circa 600 cassintegrati provenienti dagli altri stabilimenti del Gruppo e con l’interruzione del rapporto di somministrazione di circa 300 lavoratori, degli attuali 750 presenti in azienda. La situazione sta precipitando, nei giorni scorsi abbiamo sollecitato la convocazione del tavolo Stellantis al Mise, crediamo che la situazione del Gruppo debba essere presa in carico dal Presidente del Consiglio Draghi, nel frattempo insieme alle altre organizzazioni sindacali stiamo decidendo le iniziative di protesta da mettere in campo” afferma il segretario nazionale Ferdinando Uliano.
Uilm. “La crisi di approvvigionamento dei microchip rende oramai inaccettabile l’atteggiamento di inerzia del Ministero dello Sviluppo economico, che nonostante le ripetute sollecitazioni non si decide a riconvocare il tavolo di confronto con Stellantis insediato a giugno”. Lo affermano Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, e Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile del settore auto. “Il passaggio da 18 a 15 turni settimanali provoca nell’immediato un problema salariale e in prospettiva può comportare pesanti rischi occupazionali e industriali, giacché la situazione di difficoltà delle forniture dovrebbe durare probabilmente fino a primavera secondo le stesse stime aziendali. L’Italia non può permettersi di arrivare in ritardo rispetto alle alte potenze industriali nel ripristino delle forniture, come purtroppo in troppi casi è avvenuto in passato”.
L’appello di 52 sindaci. Anche i 52 sindaci del comprensorio del Sangro Aventino e della Frentania si dicono preoccupati per la situazione alla Sevel di Atessa. Solidarizzano con i lavoratori e chiedono al ministero un tavolo di concertazione con Stellantis. In un documento i primi cittadini dicono infatti: “Noi sindaci, prima linea delle istituzioni, siamo molto preoccupati per la riduzione dei turni settimanali, da 18 a 15, e i rischi per l’occupazione alla Sevel e di conseguenza nell’indotto industriale. Il problema della crisi nell’approvvigionamento dei semiconduttori, che riguarda tutto il settore dell’automotive, è un dato della realtà di oggi. Alle difficoltà attuali si aggiungono i timori per la prevista apertura, agli inizi del prossimo anno, dello stabilimento polacco di Gliwice, che produrrà il Ducato. Nel rinnovare la nostra solidarietà ai lavoratori della Sevel, chiediamo al ministero dello Sviluppo Economico di convocare urgentemente il Tavolo di confronto con Stellantis, istituito lo scorso mese di giugno, e di poter partecipare, come rappresentanti del territorio, agli incontri tra le parti”.