La truffa delle multe croate arriva anche in Abruzzo: due cittadini del vastese hanno ricevuto l’ingiunzione di pagamento pur non essendo mai stati sull’altra sponda dell’Adriatico.
Se fosse stata una bella vacanza magari la multa l’avrebbero anche pagata volentieri. Il mare della Croazia, con o senza trivelle, resta un bel mare e qualche disavventura la si può anche mettere in conto. Ma se il conto è salato quanto il mare, e soprattutto se è un mare che non si è mai visto nemmeno in cartolina, allora un sincera arrabbiatura ci sta tutta. A rientrare nei gangli della truffa internazionale sulle finte multe sono due cittadini del vastese, che hanno raccontato il fatto su cui ora indaga la polizia postale. Le forze dell’ordine invitano chiunque abbia ricevuto o riceva una tale richiesta di pagamento dalla Croazia a denunciare il fatto, ovviamente a meno che la multa non la si sia beccata sul serio. In Abruzzo per il momento sono due le vittime delle contravvenzioni pazze, ma in Italia sono molte di più, sparse in tutta Italia. L’iter è sempre lo stesso: si riceve una raccomandata proveniente da Pola contenente un decreto di esecuzione per non aver pagato il ticket di un parcheggio a pagamento e la multa conseguente, che però non era mai arrivata. Visto il presunto ritardo, la somma da corrispondere arriva fino a 250 euro, come risulta dai documenti inviati, con tanto di timbri e traduzione bilingue. In particolare, proprio quella traduzione non sembra lasciare scampo: pagare, tutto e subito, a meno di subire le conseguenze. Sulle ingiunzioni di pagamento sono riportati i nomi di un notaio e un avvocato che risultano regolarmente iscritti ai rispettivi ordini professionali, tuttavia la richiesta di pagare è comunque illegittima, in quanto indirizzata a persone non residenti in Croazia. Se consideriamo poi che quelle stesse persobne in Croazia non ci sono mai state, l’epilogo non può essere che quello di far corrispondere ad una vacanza inesistente un altrettanto inesistente pagamento.