Lanciano: invalida perché non vaccinata, medico assolto in tribunale in mancanza del nesso causale tra la sua condotta e la grave malattia.
Una luna e dolorosa vicenda quella che ha visto triste protagonista una ragazza di 23 anni colpita da una grave forma di encefalite morbillosa e finita sulla sedia a rotelle dopo una cura farmacologica. A seguito di una denuncia vennero inizialmente indagati 5 medici dell’Ospedale Renzetti poi prosciolti, rimase imputata una dottoressa di 44 anni, Teresa Rea, secondo l’accusa somministrò alla giovane cortisone nonostante la grave patologia. Il quadro clinico si aggravò e dopo essere stata un lungo periodo in coma tra gli ospedali di Pescara e Chieti, le sue condizioni la portarono ad uno stato vegetativo permanente. A conclusione del rito abbreviato il giudice ha disposto l’assoluzione per l’unica imputata, la dottoressa Teresa Rea, perché il fatto non costituisce reato, in quanto la giovane non era vaccinata contro il morbillo. La ragazza si ammalò nel 2011 a Milano dove studiava, all’inizio febbre costante per 8 giorni ed eruzioni cutanee per le quali i medici ipotizzarono un’allergia da farmaco. Rientrata in Abruzzo venne seguita anche negli ospedali di Chieti e Pescara prima di aggravarsi in modo definitivo, secondo i giudici, però, non é stata errata la condotta dei medici che l’hanno seguita, così come confermato dalla relazione peritale:
“Il decorso più o meno infausto é legato alla reazione dell’organismo al virus che coinvolge il sistema nervoso a volte con danni gravissimi”.
Se la giovane si fosse vaccinata, stando alla sentenza, non sarebbe stata vittima di questa terribile patologia e per questo i medici non sono certamente responsabili.