“Questa notte una nutrita squadra di Polizia ha sgomberato il presidio pacifico dei lavoratori della Faist di Lanciano”, lo rende noto la Fim-Cisl.
Stamani, conferenza stampa sul posto, dei sindacati e dei lavoratori. I 16 dipendenti della Faist di Cerratina nella zona artigianale di Lanciano, che produce i sensori per le turbine di auto e veicoli commerciali, sono dall’altro ieri in presidio permanente. I vertici dell’ azienda hanno deciso, infatti, di chiudere lo stabilimento abruzzese per spostare la produzione a Montone vicino a Perugia. I lavoratori ha cercato di impedire l’uscita dei macchinari della linea di produzione caricati sui Tir.
Il segretario regionale della Fim-Cisl, Domenico Bologna, al fianco dei dipendenti, ha spiegato sul suo profilo Facebook che “alle 5.00 di stamani 39 poliziotti hanno sgomberato il presidio a causa di un imprenditore senza cuore”. Bologna ha anche annunciato di aver richiesto un incontro in Prefettura a Chieti ” in quanto non sarebbero state rispettate le leggi vigenti in materia di licenziamento”. Secondo l’esponente sindacale, i vertici dell’azienda avrebbero dovuto concedere ai lavoratori 75 giorni di preavviso prima di decretare i licenziamenti e rimuovere la linea di produzione.
“Il lavoro per Faist c’è, – hanno sottolineato i 16 dipendenti di cui 9 lavoratrici – ma la proprietà ha deciso di smantellare. E’ un’azienda solida con numerose commesse gestita con un modello quasi familiare. Non si comprende il perché di questa decisione”.
Il gruppo Faist, conta quattromila dipendenti in 33 sedi nel mondo. A dicembre scorso l’annuncio improvviso della chiusura del sito produttivo di Lanciano, a favore di Montone, dove sarebbero stati dichiarati circa 50 esuberi. “È una guerra tra poveri”, commenta Manuela Ricci, direttore di stabilimento e Rsa Fim Cisl. E sulla vicenda interviene anche l’Ascom Abruzzo (Associazione Commercio Turismo e Servizi) con una lettera inviata al Prefetto di Chieti, al presidente della Regione Abruzzo, agli assessori alle Attività produttive e al Lavoro della Regione e al sindaco di Lanciano.
“Nel territorio di Lanciano-Val di Sangro si sta consumando l’ennesimo dramma del lavoro, nel silenzio più inquietante. L’azienda Faist, situata nella zona industriale di località Cerratina a Lanciano, che opera nell’ambito di quell’automotive su cui l’Abruzzo sta investendo e di cui tanto parla, ha deciso di chiudere. E non perché ha problemi qui, sul nostro territorio, dato che laproduzione va avanti a pieno ritmo. Ha problemi in altre sedi, ma sta smantellando in Abruzzo per spostare la produzione in Umbria. Si tratta di una fabbrica d’eccellenza che produce componenti di qualità. Sono 17 i dipendenti, compresa una interinale, per la maggior parte donne, che rischiano di restare presto disoccupati. E che in questi giorni stanno dando vita ad una strenua lotta, per cercare di conservare il proprio posto di lavoro. Stanno presidiando i cancelli, notte e giorno, sotto il freddo e la neve, per evitare che vengano portati via i macchinari delle linee di produzione. E nessuno che stia dando loro un aiuto. Problemi, inoltre, ci sono anche alla San Marco Industrial, altra azienda di Lanciano, che ha annunciato una quarantina di esuberi. Ascom Abruzzo è preoccupata per quanto sta accadendo e per le sorti di questi lavoratori e chiede che le istituzioni e la politica facciano la loro parte, che almeno facciano un tentativo per salvare i lavoratori da una sorte che sembra ormai segnata. E’ un copione che, purtroppo, si ripete. Sono diverse le aziende che in questi anni hanno delocalizzato, non solo all’estero, lasciando sul lastrico centinaia di lavoratori. Alcune hanno optato semplicemente per altre regioni, abbandonando l’Abruzzo. Che non sembra più territorio appetibile per investire, mentre in passato qui si si sono insediati i colossi metalmeccanici che ancora trainano l’economia regionale e attorno ai quali ruotano decine di piccole imprese”.
L’amarezza dell’assessore regionale Mauro Febbo:
“Annulleremo la riunione fissata per il 17 febbraio fra azienda e organizzazioni sindacali, bisognerà parlare di altro per vedere cosa fare, anche se c’è stata nelle ultime ore un’accelerazione che non ci è piaciuta affatto”.
Lo ha detto l’assessore alle Attività Produttive della Regione Abruzzo, Mauro Febbo, in merito a quanto accaduto nella notte a Lanciano dove la Polizia è intervenuta per sciogliere il presidio dei 16 lavoratori della Faist che protestano per la decisione della proprietà di trasferire la produzione a Perugia. Contestualmente, a quanto si apprende, sei tir con le attrezzature di produzione hanno abbandonato la fabbrica. Nei giorni scorsi i dipendenti avevano tentato di bloccare ingresso e uscita dei mezzi pesanti. La Faist di Lanciano (Chieti) produce sensori per le turbine di auto e veicoli commerciali.
“Sono stato in queste ore in costante contatto con lavoratori e organizzazioni sindacali – ha dichiarato Febbo interpellato a margine di un evento al quale sta partecipando – e ci aspettavamo un atteggiamento diverso. Avevamo fatto convocare per le 17 ieri un incontro a cui ha partecipato solo Confindustria, ma non l’azienda cui avevamo chiesto di poterci sedere a un tavolo, magari convocato dal Prefetto, anche per motivi di ordine pubblico. Eravamo convinti si potesse negoziare, invece stanotte è accaduto qualcosa che ci dispiace, con l’intervento delle forze dell’ordine che si poteva evitare perché svuotare la fabbrica significa averla chiusa, e questa è una cosa di una gravità inaudita”.
La nota del sindaco di Lanciano Mario Pupillo
“Questa mattina ho portato la solidarietà del Comune di Lanciano e della Provincia di Chieti ai lavoratori della Faist, la maggior parte donne, che hanno dovuto assistere impotenti alla chiusura immotivata dello stabilimento di Lanciano con un blitz notturno della proprietà che ha svuotato dei macchinari i capannoni. Ritengo questa condotta assolutamente irrispettosa delle norme, delle leggi e delle procedure sindacali che prevedono prima di qualsiasi delocalizzazione o chiusura dello stabilimento un confronto di almeno 45 giorni, per poi istituzionalizzare la crisi nelle sedi competenti. Si tratta di un inedito grave e pericoloso che danneggia i lavoratori in primis e l’intero comprensorio Frentano, cancellando con un colpo di spugna diritti e procedure sindacali senza tenere conto delle persone che in quello stabilimento hanno dato lavoro e passione. Quanto accaduto è insostenibile, cancella in una notte le conquiste sindacali a tutela dei diritti dei lavoratori e del lavoro, diritti inalienabili sanciti nella Costituzione. Saremo in prima linea al fianco dei lavoratori e dei sindacati per capire le modalità di quanto accaduto e contrastare queste azioni piratesche nei tavoli istituzionali regionali e nazionali, oltre che nelle sedi competenti della magistratura.”
Il collegamento con il Tg8
Questura Chieti: ” Nessuno sgombero. La richiesta è arrivata dall’azienda”
Il questore di Chieti Ruggiero Borzacchiello interviene sull’intervento della Polizia della scorsa notte dinanzi alla Faist, azienda di Lanciano che produce sensori per le turbine di auto e veicoli commerciali, che ha deciso di trasferire la produzione a Perugia dismettendo lo stabilimento frentano che dà lavoro a 16 addetti, ed afferma che non c’è stato alcuno sgombero.
Il questore Borzacchiello afferma :”Noi non abbiamo sgomberato assolutamente niente, la richiesta è arrivata dall’azienda che ci ha rappresentato la situazione dicendo che c’erano dipendenti che impedivano l’accesso dei mezzi: siamo andati lì, abbiamo avuto anche la possibilità di interloquire proprio per capire e cercare di comprendere le ragioni che erano sul tavolo. Le operazioni si sono concluse in maniera pacifica, senza nessuna problematica, non ci sono stati episodi di violenza.
Faist ci aveva chiesto di intervenire per consentire ai camion di lasciare la fabbrica, noi abbiamo regolarizzato il flusso dei veicoli che uscivano dalla fabbrica: le altre motivazioni le lascio a chi di dovere.Non siamo intervenuti in massa ma era un servizio minimo, non più di una decina di agenti, per assicurare che il tutto si svolgesse nella legalità: noi siamo semplicemente attori di legalità, non abbiamo altre motivazioni, abbiamo fatto solo la nostra parte che ci compete. Era una situazione di ordine pubblico che andava considerata e valutata, l’abbiamo fatta nel migliore dei modi, la nostra attività è quella di regolarizzare la legalità”.
Sulla vicenda Faist interviene anche il segretario di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo che esprime massima solidarietà a lavoratrici e lavoratori che “Stanotte hanno subito l’intervento della polizia che ha sgomberato il presidio consentendo all’azienda di portare via macchinari”.
Maurizio Acerbo dichiara che “È gravissimo che Prefetto e Questore abbiano messo la polizia al servizio dell’impresa contro lavoratori che difendono il posto di lavoro e il territorio. Siamo tornati ai tempi in cui le forze dell’ordine erano schierate a difesa del padrone? Ricordo che questore e prefetto dipendono dal governo e quindi va ritenuto responsabile il ministero dell’interno di quanto accaduto”.