L’Aquila: concluso in anticipo, rispetto al cronoprogramma, il lavoro di restauro della facciata dell’Emiciclo, sede del Consiglio regionale.
A quasi due anni dall’inizio dei lavori post sisma, avviati l’11 gennaio 2016, è stata riscoperta la facciata del complesso di Palazzo dell’Emiciclo, sede del Consiglio regionale dell’Abruzzo a L’Aquila. Lo rende noto l’associazione di imprese che si è aggiudicata il bando per la ristrutturazione e sta portando avanti il restauro, composta dall’aquilana Rosa Edilizia Srl, capogruppo, la sangrina Ricci Guido Srl e la teramana Elettroidraulica Silvi Srl. L’intervento è stato condotto a tempo di record, in anticipo sui tempi previsti, e il complesso è dotato di un sistema antisismico che rappresenta un esempio unico in Europa come sede pubblica. I lavori strutturali sono ultimati e l’installazione di tutti gli isolatori è terminata; sono stati realizzati i nuovi solai, ai piani superiori concluse la disposizione interna delle tramezzature e la schermatura degli impianti tecnologici. All’esterno sono state riparate tutte le lesioni e sono stati eseguiti i nuovi intonaci retinati. Sono state riparate e integrate le cornici superiori del porticato principale. “È stato anche ripristinato – si legge in una nota – un colore più scuro rispetto a come si ricorda il palazzo in epoca recente, più rispettoso alla tinta originaria”. Ultimata anche la realizzazione strutturale della sala ipogea, uno dei punti di forza del progetto: occupa circa 600 metri quadrati e consentirà varie configurazioni, passando da sala per lo stesso Consiglio regionale, con 186 posti a sedere, a sala convegni-auditorium con 250 posti. Nato sulle basi di una chiesa seicentesca, poi affiancata da un monastero, il palazzo è opera dell’architetto Carlo Waldis. Si presenta con un ricco portico di stile ionico a forma semicircolare. Il piano superiore, di stile corinzio, posa su una larga terrazza. Ai lati del porticato ci sono due aquile, nel mezzo due bassorilievi che rappresentano l’uno l’Italia che distribuisce ai vincitori le corone che piccoli geni le porgono, l’altro la Storia che scrive sulla tavoletta i fasti che la Fama con la tromba tramanda. Sul corpo di mezzo dell’edificio si eleva un altro piano il cui cornicione, ricco di intagli, è sorretto da sei cariatidi poste tra finestroni decorati da binati di stile ionico. In due nicchie laterali sono i busti di Bacco e Cerere. Il sopralzo termina con un attico e con lo stemma dell’Aquila, sorretto da festoni e cornucopie. Sotto il portico, in apposite nicchie, sono i busti di 16 illustri aquilani.