A L’Aquila la Polizia ha sgominato una banda dedita a furti e rapine ai danni di adolescenti che venivano minacciati e derubati.
In carcere sono finiti un 20enne italiano e un 19enne albanese, mentre un 23enne italiano è agli arresti domiciliari. E’ ricercato un quarto giovane, un 19enne di origini albanesi. Coinvolti altri sette giovani, tutti indagati, tra cui sei minorenni.
Le quattro ordinanze di custodia cautelare, disposte dal gip del tribunale dell’Aquila Giuseppe Romano Gargarella, sono state eseguite dagli agenti della squadra mobile dell’Aquila, diretta dal vice questore Marco Mastrangelo.
I quattro ragazzi devono rispondere delle accuse di furto, rapina, tentata e consumata, ricettazione, lesioni personali aggravate, minaccia aggravata e atti persecutori nei confronti di adolescenti, tutti reati che che si sarebbero consumati, in particolare, dal giugno dello scorso anno nei luoghi di ritrovo del centro storico dell’Aquila.
Il capo della squadra mobile Mastrangelo spiega che “Gli arresti arrivano al termine di una complessa e articolata attività investigativa che ha permesso di documentare la commissione di una serie significativa di atti delittuosi a danno di minori, avvenuti per lo più nel centro cittadino, in particolare nella zona di San Bernardino e Corso Vittorio Emanuele, luoghi di ritrovo dei giovani aquilani.
Quanto emerso dalle indagini desta un certo allarme il fatto positivo è che ciascun soggetto sia stato inchiodato alle sue responsabilità, e che abbiamo ottenuto la piena collaborazione da parte delle vittime, e dei testimoni, molti dei quali avevano provato a contrastare la prepotenza della banda, e a prendere le difese delle vittime”.
Le indagini della Squadra mobile, coordinate dal sostituto procuratore Simonetta Ciccarelli, hanno permesso di delineare l’esistenza di una vera e propria associazione a delinquere, formata da due maggiorenni e tre minorenni, che non avrebbe disdegnato di commettere anche reati contro la persona per ‘punire’ le vittime che cercavano di reagire alle angherie del gruppo.
Alcuni indagati si sarebbero particolarmente accaniti nei confronti di due fratelli, entrambi minorenni, vittime di numerosi episodi di atti persecutori, spesso sfociati anche in aggressioni in cui hanno subito serie lesioni personali. Per quanto riguarda gli indagati minorenni, le posizioni e responsabilità sono al vaglio della competente Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni”.