Coronavirus Abruzzo, a L’Aquila l’Aniem contro il comune

Coronavirus Abruzzo, a L’Aquila la fase 2 non è ancora cominciata per un migliaio di operai impiegati nei lavori della ricostruzione della città capoluogo di regione.

Questo perché il sindaco Pierluigi Biondi ha firmato un’ordinanza a tre giorni dalla fase 2 che impone l’effettuazione di tamponi a tutti gli operai nei cantieri. Decisione che ha suscitato la forte protesta delle imprese edili teramane, molte delle quali sono impegnate all’Aquila. Una situazione che ha portato malumore tra le associazioni di categoria, come l’Aniem, il collegio dei costruttori che ha molte aziende associate impegnate all’Aquila.

“La sicurezza e la salute sono al primo posto, ma ci vuole rispetto nel fare i provvedimenti”, esordisce Fiorenzo Polisini, presidente dell’Aniem. “L’ordinanza del sindaco dell’Aquila proprio per il coinvolgimento di tantissimi lavoratori andava pianificata per tempo e non il giorno prima della ripartenza, visto che il 1° maggio era festa e il 2 e il 3 sabato e domenica. Una regia regionale sarebbe stata auspicabile, qui invece sembra che ognuno vada per la sua strada. A cosa servono i protocolli, settimane di riunioni, se dopo qualsiasi sindaco può prendere altre decisioni? I dati dei cantieri aquilani si conoscevano anche due mesi fa, perché aspettare l’ultimo momento?”

Le imprese ieri non hanno fatto ripartire i cantieri aquilani, ma quelli che hanno in altri comuni, vicinissimi al capoluogo, dove non bisogna fare i tamponi. Intanto l’Aniem ha firmato una convenzione con l’Istituto zooprofilattico per l’analisi dei tamponi.

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Federico Di Luigi: