Un ingegnere de L’Aquila ha inviato una lettera al Papa per chiedere il suo intervento nel pagamento della parcella a lui dovuta dalle suore Figlie di Maria ausiliatrice.
Tramite la Segreteria di Stato vaticana l’ingegnere Salvatore Pacilè ha chiesto l’intercessione del Pontefice affinchè possa agevolare un accordo tra lui e le suore Figlie di Maria ausiliatrice nel pagamento di una parcella professionale di 800mila euro. Il Vaticano risponde con una nota della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica in cui si chiede una transazione ma l’offerta, su una somma non superiore a 100mila euro, è ritenuta da professionista irrisoria a fronte di un incarico non di poco conto visto che si tratta di ristrutturare la sede dell’Istituto femminile “San Giovanni Bosco delle Figlie di Maria Ausiliatrice”, in piazza Lauretana, i cui lavori sono ancora al palo. Ma la cosa insolita sta nel fatto che è lo stesso istituto religioso che ricorre al giudice per sapere quanto deve dare all’affermato ingegnere e la causa, per motivi di competenza, pende davanti al tribunale di Roma. Pacilè ha interessato della vicenda anche
alcuni senatori e il sottosegretario dei beni culturali ed ha presentato un esposto alla Guardia di Finanza dell’Aquila.