L’Aquila: truffa sui fondi Covid-19, sequestrati beni per 115mila euro

La Guardia di Finanza dell’Aquila ha scoperto una truffa sui fondi Covid e sequestrato beni per 115mila euro per somme ricevute indebitamente da alcuni tesserati di un’associazione sportiva dilettantistica

I collaboratori sportivi hanno ottenuto, con la compiacenza del presidente e del segretario amministrativo dell’ASD, allegando nella domanda accordi di rimborso spese predatati e posticci.

Il Gruppo della Guardia di Finanza, diretto dal tenente colonnello Luca Lauro, ha recuperato le somme di denaro percepite indebitamente che erano state elargite dallo Stato in uno dei momenti di maggior difficoltà attraversati dall’Italia.

In particolare  i due dirigenti dell’associazione sportiva avevano ideato e predisposto gli accordi di rimborso spese retrodatati, contattando ogni singolo giocatore, attraverso la piattaforma di messaggistica istantanea WhatsApp, facendosi mandare la foto delle firme che, successivamente, avevano scansionato e riportato sugli accordi, allegati alle domande presentate, facendo ottenere ai tesserati (molti dei quali all’epoca dei fatti minorenni) indennità non dovute per gli anni 2019/20 e 2020/21.

Il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale dell’Aquila ha disposto nei confronti dei dirigenti dell’ASD il sequestro della somma indebitamente ottenuta.

In una nota della Guarda di Finanza si legge che “La truffa in danno dello Stato è consistita nel formare, successivamente alla data di emanazione dei provvedimenti governativi di sussidio, contratti di collaborazione, appositamente retrodatati, che prevedessero a favore dei tesserati dei rimborsi, che, nella realtà, non erano mai stati concordati né versati in precedenza. L’articolata attività investigativa, condotta nell’ultimo anno e mezzo, è stata avviata a seguito della segnalazione pervenuta dal Nucleo Speciale Spesa Pubblica e Repressione Frodi Comunitarie di Roma, a dimostrazione di quanto le sinergie fra gli organi centrali ed i Reparti operanti sul territorio siano necessarie allo scopo di interrompere condotte del medesimo tipo di quelle descritte. Tutto è stato comunque reso possibile dalla puntuale e costante opera di direzione e coordinamento delle indagini svolta dalla Procura della Repubblica di L’Aquila”.

Il servizio del Tg8