Si è aperto ieri al Tribunale di Teramo il dibattimento del processo a carico di 38 imprenditori per falsa attestazione per la regolarizzazione delle posizioni di numerosi lavoratori stranieri.
In base al Decreto Legislativo 109 del 2012, in Italia, si è provveduto ad istituire una sorta di sanatoria per tutti quei lavoratori stranieri assunti in nero o ancora in un regime di clandestinità. Sulla scorta di questa nuova normativa, nel teramano, scattò però un’inchiesta che portò alla luce un sistema di illegalità diffusa in base al quale, secondo il dispositivo della Procura, ben 38 imprenditori, italiani e stranieri, avrebbero attestato falsamente al pubblico ufficiale in atti pubblici dello Sportello Unico per l’immigrazione in Prefettura, che numerosi stranieri erano alle proprie dipendenze in periodi utili e validi per la sanatoria, ossia tre mesi antecedenti la richiesta. Dai controlli, però, della Squadra Mobile sarebbe emersa, in base alla pubblica accusa, l’assoluta falsità delle richieste presentate in via telematica. Tra le figure apicali quella di un 39enne di nazionalità marocchina, che avrebbe avuto il ruolo di collettore di numerose istanze tra i datori di lavoro e numerosi cinesi irregolari. Nella prima udienza di ieri da segnalare una sola richiesta di patteggiamento a 6 mesi di reclusione per un imprenditore 49enne di S.Egidio alla Vibrata.