Legge “Cura Abruzzo”: Febbo replica a Confindustria e sindacati

Misure insufficienti e nessuna garanzia per la copertura, così Confindustria e altre 16 sigle hanno “battezzato” la Legge “Cura Abruzzo”. L’assessore Mauro Febbo non ci sta e risponde per le rime.

Febbo mette in evidenza le contraddizioni delle critiche di Confindustria ed altre 16 sigle, tra cui i sindacati, sulle misure adottate dalla Regione nella Legge “Cura Abruzzo”. Queste le sue parole:

“Spiace constatare come le 16 sigle sottoscrittrici del documento solo 40 giorni fa ci presentavano una richiesta di interventi per ben 140 milioni e oggi affermano, gratuitamente, che non c’è copertura per 60, strano e dubbioso modo di ragionare. Peraltro forse sarà sfuggito loro che per i 60 milioni del ns “Cura Abruzzo” c’è la certificazione degli uffici Bilancio e Ragioneria, oltre il parere del Legislativo. Peraltro ho annunciato in Commissione ed in Consiglio, e il Presidente Marsilio ha ribadito ieri in conferenza stampa, che le misure a fondo perduto di cui all’art. 2 saranno incrementate fino a ben 80 milioni non appena termineremo i lavori di riprogrammazione di alcune misure. Si contesta che per la disponibilità dei 19 milioni di riprogrammazione fondi UE i tempi non sono rapidi, ma non è così perché abbiamo già provveduto a notifica a Bruxelles, e ricordo che loro (cioè alle stesse Organizzazioni) ci chiedevo di fare la stessa operazione. Mentre non hanno ben verificato,mentre avrebbero dovuto, che i restanti 20 milioni sono semplici e definitive economie già immediatamente disponibili. Contiamo di arrivare in tempi rapidissimi ad approvare il Conto Consuntivo 2019, cioè in contemporanea ai passaggi di legge tra promulgazione, pubblicazione in Bura e successivi bandi, per avere la restante copertura. Verificherò con particolare attenzione cmq se le stesse Organizzazioni contestatrici presenteranno le domande di contribuzione per i loro associati visto che ritengono che non ci siano i fondi, e li verificheremo chi racconta verità di parte.  Spiace anche vedere critiche quantomeno ingenerose sulla esiguità del contributo medio di 1.500 € se paragonato a ciò che il Governo ha stanziato cioè 2.000 €. Non sfugge a nessun valutatore onesto intellettualmente la diversa capacità di fuoco tra Regione e Governo che peraltro può agire in deficit mentre noi no . E cmq i due contributi andranno a sommarsi perché non sono escludenti. Inoltre abbiamo ampiamente annunciato altri provvedimenti integrativi sempre nell’ottica di colmare eventuali lacune e dimenticanze da parte del Governo, a cui abbiamo riconosciuto il ruolo di cabina di regia. Infatti tra i prossimi provvedimenti ci sarà quello di accesso al credito che quelle aziende e p.iva escluse dal sistema bancario relativamente “decreto liquidità”, quello relativo al prestito di 25.000 € garantito 100% dello Stato che non prevede valutazione creditizia mentre viene fatta e cmq i dati di accoglimento delle istanze presentate ad oggi sono risibili. Le imprese turistiche oltre a chiedere interventi “concreti” da parte del Governo (e non accolti !!!), perché di propria competenza, hanno visto la ns. attenzione sia sul fondo perduto, a cui sicuramente possono accedere, ma soprattutto in un intervento specifico che riguarda le agenzie di viaggio, totalmente dimenticate dal Governo così come per i balneatori. E i provvedimenti non sono terminati perché è in preparazione un intervento sui costi dei dpi, certamente diverso da quello ridicolo di Invitalia (cioè del Governo) che a fronte di 1 miliardo ha messo a disposizione, con il solito click day, solo 50 milioni. Spiace anche dover constatare che dai singoli e mai pubblici ringraziamenti che ci sono stati fatti in questi giorni per essere stata la Regione che in silenzio ha fatto da apripista per i successivi provvedimenti governativi che hanno portato alle riaperture delle attività, ora si passi a giudizi diversi dimenticando peraltro ciò che ci veniva richiesto e che abbiamo invece ampiamente accolto nel documento se ricordato prima dove le varie proposte venivano accompagnate da fondi per 140 milioni, quelli si, all’ora privi di copertura finanziaria”

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