Domani a Lettomanoppello, alle ore 17.00, nelle sale del ristorante “La Noce” verrà presentato in prima nazionale il libro “Giovanni De Sanctis. Avvocato, patriota, deputato”, edito da Artemia Nova Editrice.
Ai saluti del sindaco Simone Romano D’Alfonso seguiranno, moderati da Marco Presutti presidente di Europa Prossima, gli interventi di Walter Capezzali, presidente della Deputazione di Storia Patria Abruzzo, Stefano Trinchese, prorettore dell’Università degli Studi “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara e del senatore Luciano D’Alfonso. Saranno presenti gli autori, gli storici Loris Di Giovanni e Sandra Di Felice.
Giovanni De Sanctis. Nacque nel 1809 a Lettomanoppello da Giacinto De Sanctis, Regio Giudice del Regno di Napoli, e da Maria Scurci, figlia del notaio Gabriele Scurci di Manoppello. Era il pronipote di mons. Domenico Ricciardone, vescovo di Atri e Penne e zio di Augusto Pierantoni, già deputato e senatore del Regno d’Italia, che nel 1904 ritirò il Premio Nobel per la Pace in qualità di presidente dell’Institut De Droit International di Gand (Belgio). Partecipò ai moti di Penne nel 1837 e dell’Aquila nel 1841. Nel 1848, chiamato dal voto popolare al comando della milizia cittadina con il grado di capitano, contribuì con la sua fermezza a sedare le reazioni ordite dalla camarilla di Corte. Nel febbraio del 1853, i mazziniani tentarono a Milano una riscossa e molti uomini d’azione rinchiusi nelle carceri della fortezza di Pescara, cospirarono per poter prendere il forte e marciare armati sul Macerone. Erano riusciti a convincere alcuni ufficiali del 1° Reggimento, quando un traditore li denunciò al generale Pianell, il quale fece rapporto al governo generale. Venne istruito così un intrigato processo in cui figurava anche il nome del De Sanctis. Egli ne uscì illeso, ma decise di presentarsi al consiglio di guerra a Pescara in qualità di avvocato difensore. La causa durò poco meno di tre anni e, contro ogni aspettativa, si concluse con la pronunzia di “non consta” nei confronti degli imputati tra cui spiccava il nome di Clemente De Caesaris. Nel 1860 rifiutò la carica di prodittatore che gli era stata offerta, accettando invece la nomina di presidente della società patriottica e di quella degli operai. Venne inoltre nominato Maggiore della Guardia Nazionale, a capo della quale si distinse nel combattere il brigantaggio. Per tale impegno il 12 marzo 1863 venne decorato Cavaliere dell’Ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro. Nel 1861 venne eletto deputato al Parlamento del Regno d’Italia – VIII Legislatura – nel Collegio di Chieti. Sedeva a sinistra tra il Biofferio e il Beltrani ed era apprezzato per il carattere e la dottrina. Nel 1862 fece parte del comitato promotore per la fondazione della Cassa di Risparmio a Chieti e ricoprì il ruolo di vice presidente della Società Patriottica nell’Abruzzo Citeriore che aveva il fine di promuovere e favorire lo sviluppo delle facoltà intellettuali, morali, e fisiche dell’uomo, di coadiuvare al progresso civile del paese, di combattere l’ignoranza, i pregiudizi, l’ipocrisia e sollevare la miseria.
Come si può leggere dalla prefazione scritta dal senatore D’Alfonso “Giovanni De Sanctis era scomparso completamente dalla memoria collettiva dei cittadini di Lettomanoppello. E’ un grande merito favorire la presa di consapevolezza dei cittadini di oggi sul pensiero, l’opera e le battaglie di un uomo capace di elaborare idee progressiste e attivare iniziative palesemente esigenti sul piano del coraggio per chi le conduceva. Attraverso le pagine di questo studio siamo condotti per mano alla riscoperta di un cittadino al servizio delle istituzioni che ha onorato nel miglior modo possibile il mandato parlamentare, accompagnando ai primi passi del nascente Regno l’avvio di una stagione nuova di intrapresa economica e sociale nella regione che lo aveva mandato in Parlamento”.
Per l’occasione verranno esposti documenti e cimeli appartenuti all’Onorevole Giovanni ed alla famiglia De Sanctis-Ricciardone.