Sarà presentato il 26 maggio, con inizio alle ore 18.00, al Museo d’Arte Costantino Barbella di Chieti il libro sullo scautismo cattolico in Abruzzo e Molise dal 1922 al 1974 scritto da Aurelio Bigi e Giovanni Santucci e pubblicato da Portofranco editore.
Un volume di 285 pagine rilegato con copertina rigida telata e scritte in oro e sovraccoperta in cartoncino colorato lucido. Oltre 200 le foto che riproducono le attività più significative svolte negli ultimi 50 anni.
Alla presentazione intervengono: Giuseppe Finocchietti, già Capo Scout d’Italia AGESCI, e Fabrizio Marinelli, presidente della Deputazione di Storia Patria negli Abruzzi e già leader trainer del CNGEI.
Aurelio Bigi tiene a precisare che : < il volume parla della nascita e dell’evoluzione dell’ASCI, dell’ARPI, dell’AGI e del MASCI. Un impegno di ricerca non semplice, ma che evidenzia la positività della metodologia scout. Il nostro lavoro punta a ricostruire le ‘tappe’ dello scautismo cattolico abruzzese dalle origini al 1974. Le fonti utilizzate sono i verbali dei Consigli Generali e Regionali ed utile è stata la consultazione di Albi d’oro e Quaderni di Caccia conservati dai vari Capi susseguitisi negli anni. La storia dello scautismo regionale ha seguito, e qualche volta anticipato, l’evoluzione dei costumi del nostro Paese, dal 1922 al 1974, incrociandosi con il periodo fascista, i moti del Sessantotto, la coeducazione, l’europeizzazione>.
Di recente Aurelio Bigi ha creato il Centro Documentazione Scout, intitolato a Montenegrino Orlandi che ha scopo di raccogliere tutta la documentazione scout esistente sul territorio, in maniera da poter riscrivere una storia compiuta dello scautismo locale. Accentrare tutta questa documentazione in un unico posto consentirebbe di evitare che tanto materiale venga perso, smarrito oppure distrutto.
Giovanni Santucci aggiunge che “Lo scautismo cattolico è sempre stato vicino alla Chiesa e alle sue Istituzioni; non a caso i Consigli Generali dell’ASCI si concludevano con udienze particolari in Vaticano con i Papi Pio XI, Pio XII, Giovanni XXIII, Paolo VI. Nei principali appuntamenti Associativi erano presenti il Presidente della Repubblica o il Capo del Governo per portare, di persona, il loro saluto e apprezzamento>.
Aurelio Bigi ricorda che: <La pubblicazione cade nel centenario della presenza dello Scautismo in Abruzzo e a Chieti. Già nel 1919, a soli tre anni dalla nascita dell’ASCI in Italia, a Chieti s’iniziò a parlare della possibilità di aprire un Riparto. Uno dei primi fautori fu il cav. Enrico Di Giovanni, nato nel 1897, che, reduce dalla prima guerra mondiale, avendo evidentemente lì conosciuto qualcuno vicino allo scautismo, si attivò per creare un Riparto anche a Chieti. Lo aiutava suo fratello, Nicola Di Giovanni, del 1902. Si crearono così le basi per la formazione di un Riparto. In quel periodo era vicino al gruppetto di giovani anche don Canci, che ricopriva degli incarichi nell’ambito della GCI (Gioventù Cattolica Italiana).
Fu coinvolto il sacerdote don Manlio Manzi che si attivò per mettere insieme un gruppo di ragazzi. S’iniziò a lavorare, a riunirsi, a costituire le squadriglie. La circostanza che nel 1921 l’ASCI organizzò il suo primo campo nazionale in Abruzzo, a Val Fondillo, spronò ulteriormente la gioventù teatina e il mondo ecclesiale abruzzese. Non fu certo un caso che i primi Gruppi abruzzesi aprirono nel 1922 e furono ospitati prevalentemente nei rispettivi Seminari o Curie vescovili. Come non fu un caso che, solo dopo il successo e il clamore del campo nazionale, lo scautismo teatino decollò, passando dagli incontri sporadici a una piena attività, sì che già il 22 giugno 1922 alcuni (e tra questi Montenegrino Orlandi) fecero la loro Promessa. Nel frattempo era stata inoltrata ufficialmente la domanda di riconoscimento del Gruppo alla Sede centrale ASCI di Roma. Il 4 luglio 1922 il Comitato centrale deliberò ufficialmente l’ammissione del Riparto Chieti 1° San Giorgio. Nel 1922 nacquero quindi tre Riparti: rispettivamente a Chieti, L’Aquila e Sulmona>.