L’orso marsicano investito lungo la Sora-Avezzano nella notte del 13 agosto è morto per i gravissimi traumi riportati
E’ quanto emerge dall’esito provvisorio dell’esame necroscopico svolto ieri mattina dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Teramo sul plantigrado e reso noto dal Pnalm, il Parco nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise.
L’esame necroscopico ha stabilito che l’orso marsicano ha riportato fratture allo sterno e la frattura di sette costole che hanno perforato un polmone provocando un emotorace. Elementi che testimoniano che l’impatto con l’auto, ancorché fortuito e incidentale, è stato violento e che pertanto l’orso non aveva possibilità di sopravvivere.
Il direttore del Parco Luciano Sammarone afferma che “L’incidente di Canistro è l’ennesimo drammatico evento in cui un orso muore a causa di un incidente stradale, ma non è morto assolutamente a causa dell’inefficienza dei soccorsi. Il personale qualificato del Parco è intervenuto tempestivamente coordinandosi perfettamente con i Servizi Veterinari della ASL, i Carabinieri Forestali e l’ANAS. Purtroppo, abbiamo dovuto leggere sui social insulti di ogni tipo che mettono in discussione non solo la professionalità di chi interviene, ma anche e soprattutto la capacità di analisi operata in condizioni estremamente precarie e critiche.
Chi valuta a distanza non può avere tutti gli elementi rispetto a chi è chiamato ad intervenire sul posto, avendo non solo professionalità specifica ma anche anni di esperienza in materia per poter comprendere i contesti ambientali dove operare in sicurezza per le persone e per l’orso e sapersi districare in situazioni emergenziali. Il Parco è intervenuto, ancora una volta, con personale qualificato in un’area fuori dai suoi confini amministrativi, confermando in toto lo spirito di collaborazione con tutte le altre Istituzioni, Regione in primis, chiamate ad assolvere al delicato compito di tutela e conservazione della fauna. Altrettanto inutile sarebbe tornare sulla presunta “fuga degli orsi” dal Parco a causa della fame per mancanza di cibo.
Su questo, confortati dal supporto tecnico-scientifico di ISPRA, crediamo proprio di aver detto di tutto e di più, ma la scarsa conoscenza del mondo degli orsi dimostra, ancora una volta, come le opinioni e le convinzioni funzionino più dei fatti. Un orso marsicano, di circa 20 anni e per di più affetto da dermatite cronica, anche quest’ultima strumentalizzata, che a metà agosto pesa 183 chilogrammi, di certo non era affamato né denutrito, a dimostrazione che gli orsi non hanno fame, ma sono solo bravi ad approfittare delle opportunità alimentari che gli offre il territorio e gli uomini, con attività non sempre condotte in modo impeccabile”.
Alla luce di quanto emerso il presidente del Pnalm Giovanni Cannata esprime un “vivo ringraziamento a tutto il personale del Parco impegnato, a coloro che si sono prodigati per provare a salvare l’orso ed a tutti coloro i quali ci sostengono, che hanno compreso il nostro operato e condiviso la nostra delusione e amarezza per la perdita di un altro orso”.