E’ morto stanotte nella sua casa di Trento il noto cantautore Goran Kuzminac. Aveva un forte legame con l’Abruzzo ed una grande amicizia con ‘Nduccio.
Per oltre 30 anni in Abruzzo, grazie alla sua grande amicizia con Ivan Graziani, aveva una casa laboratorio a Cellino Attanasio, ma aveva vissuto anche a S.Omero, Notaresco e Roseto. Nel 2015 aveva stretto un rapporto di lavoro, ma anche di grande amicizia, con Germano D’Aurelio, in arte ‘Nduccio. Goran Kuzminac, cantautore di origini serbe, 65 anni lo scorso 16 giugno, è morto questa notte nella sua casa di Trento dove da tempo si era ritirato per via di un tumore al cervello contro il quale stava combattendo già da più di un anno. L’apice della sua carriera di cantautore alla fine degli anni ’70 con il singolo “Stasera l’aria é fresca”, anche se la consacrazione vera e propria c’è stata nel 1980 con la Hit “Ehi ci stai”. Il suo forte legame con Ivan Graziani, con il quale aveva anche prodotto nel 1980 un Q Disc, in collaborazione con Ron, portando al successo il brano “Canzone senza inganni”, lo aveva portato ad instaurare un forte rapporto professionale con numerosi musicisti abruzzesi suoi fedeli compagni nei tantissimi concerti in tutta Italia, tra questi il flautista Giacomo Lelli, suo migliore amico, oltre al forte legame sentimentale con Rosa. Negli ultimi tempi, visto l’aggravarsi del suo quadro clinico, aveva deciso di tornare a Trento dove vivono la sua prima moglie ed i suoi figli. Kuzminac è spirato questa notte intorno alle 3.00. Il ricordo commosso di ‘Nduccio:
“Un artista straordinario, un talento unico – ci confida commosso Germano D’Aurelio – cantautore raffinato e mai banale, aveva sempre voluto fare musica di qualità, piuttosto che arrendersi alle leggi di mercato. Abbiamo collaborato tra il 2016 ed il 2017 con una serie di concerti insieme, ed ho scoperto che aveva anche un grande senso dell’humor. La sua scomparsa è per me estremamente dolorosa.”
Intanto i suoi amici abruzzesi stanno già pensando di organizzare una commemorazione che rende giusto merito ad un grande artista della musica italiana, abruzzese di adozione.
Un ricordo speciale anche da parte del sottosegretario alla presidenza della Regione Mario Mazzocca che in una nota scrive:
Cinque anni fa, quando ci conoscemmo (anche se ascoltavo la tua musica già da un pezzo), ti chiamavano affettuosamente così alcuni comuni amici che mi informarono della tua disponibilità ad esibirti al Palasantelena nell’ambito del cartellone invernale organizzato dal mio Comune. Non sapevo, all’epoca, fossi un abruzzese (cellinese, per la precisione) acquisito. Ci sentimmo, ci incontrammo e, davanti una pizza, ci intendemmo subito. Bel concerto, quello del 5 gennaio 2014, quando ebbi la fortuna di ascoltarti dal vivo per la prima volta. Ci sentimmo, soprattutto e ripetutamente, durante l’emergenza meteo-sisma del gennaio 2017, quando – complice le eccezionali nevicate – per una settimana furono solo la tua chitarra ed il tuo vino a farti compagnia, e dopo la buriana, quando due frane devastarono entrambe le strade di accesso alla tua abitazione, costringendoti ad un allontanamento forzato fino a quando, con l’aiuto del tuo Sindaco, lavorammo per “riportarti” a Cellino e ricondurti così al tuo habitat naturale. L’ultimo ricordo che ho di te, e che conservo gelosamente, e la chiacchierata che ci facemmo a Teramo, al Premio Pigro 2017, nel back-stage dell’edizione del ventennale della scomparsa di Ivan. Ricordammo quelle ore concitate della neve, quando fui avvertito da Cinzia (anche se tu non volevi) del tuo status di “recluso”, novello Jack Folla senza radio. Non ti prendevi mai troppo sul serio, non amavi sentirti personaggio anche se lo eri da tempo e molto più di altri, non amavi “rompere”. «Chissà quanti cazzi hai per la testa», mi dicesti al telefono; uomo tanto vero quanto scanzonato. Anche a Teramo ci deliziasti di alcuni dei tuoi pezzi più importanti. In quella occasione concludesti la tua esibizione con “Canzone senza inganni”. Sono certo che ora la stai già strimpellando con il tuo caro amico Ivan: anzi, mi pare di sentire le sue note e soprattutto, non me ne vorrà Ron, il vostro unico e inimitabile feeling. Ciao Serbo. Ciao cittadino del mondo.