Mare inquinato a Pescara: i dati che smentiscono le Iene sono quelli ufficiali e scientifici forniti dal dipartimento prevenzione della Asl di Pescara.
A commentarli per il Tg8 la dottoressa Carla Granchelli, responsabile d’Igiene, Epidemiologia e Sanità Pubblica della Asl, la quale, sulla base di una relazione dettagliata riferita all’estate 2015 sul presunto nesso tra l’inquinamento del mare ed i ricoveri ospedalieri o prestazioni ambulatoriali, smentisce categoricamente quanto emerso dal reportage della trasmissione “Le Iene” andata in onda nei giorni scorsi. Una relazione di oltre venti pagine frutto di un capillare lavoro di rete tra la Direzione Generale della Asl e ben 270 tra medici di base e 50 pediatri chiamati a fornire particolari segnalazioni, la cui conclusione esclude l’esistenza di episodi epidemici che richiamano la necessità d’interventi immediati di sanità pubblica:
“Nel periodo estivo – precisa la Granchelli – é fisiologico l’aumento di disturbi virali e quelli da noi registrati non sono certamente oltre la media nazionale, ma soprattutto non sono strettamente legati alle problematiche relative all’inquinamento del mare.”
Nei prossimi giorni l’amministrazione Comunale di Pescara valuterà l’ipotesi di un’autotutela rispetto al danno d’immagine causato del reportage de “Le Iene”, una richiesta ufficiale di smentita o perfino una querela, si sta ancora vagliando la strada da perseguire, intanto a rafforzare la posizione del Comune le considerazioni ufficiali della Asl:
height=315“Non spetta a noi – dice la Granchelli – entrare nel merito circa l’opportunità di intervenire nei confronti della trasmissione de “Le Iene”, una cosa però possiamo affermarla con certezza, parlare di centinaia di interventi sanitari, specie nei confronti di piccoli pazienti, legati al contatto con l’acqua del mare, é fuor di dubbio un’informazione che non corrisponde al vero, visto che su tutte le voci considerate in questa relazione i dati non si discostano in maniera significativa rispetto ai numeri delle passate annualità, addirittura in alcuni casi sono inferiori.”
QUESTA LA RELAZIONE DELLA ASL: SCARICA QUI