La Provincia di Teramo e i comuni di Alba Adriatica, Tortoreto, Pineto e Martinsicuro illustrano le motivazioni e i termini del ricorso presentato al Presidente della Repubblica per dire “No”Alle trivelle per le coltivazioni di idrocarburi al largo della costa teramana.
Sotto accusa il documento del Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani che ha dato il via libera alla concessione di nuovi pozzi per l’estrazione di gas e petrolio di cui quattro sono situati nel mare Adriatico.
In Abruzzo la concessione all’estrazione è stata rilasciata per un pozzo al largo della costa di Martinsicuro. Alle contestazioni dei sindaci e dell’Amministrazione provinciale si uniscono anche le considerazioni del docente costituzionalista Enzo Di Salvatore.
Il sindaco di Martinsicuro, Massimo Vagnoni, e l’assessore all’Ambiente Marco Cappellacci affermano che “Per stessa ammissione dell’ENI SpA e come si evince chiaramente dalla documentazione ministeriale si evidenzia come da progetto una delle piattaforme previste al confine del fiume Tronto verrà realizzata entro le 12 miglia dalla nostra costa. Un dato questo che va contro le regole fissate dalla legislazione vigente in materia. Per questo, ma anche per altri motivi, siamo convinti che il ricorso presentato da tutti noi e predisposto dall’avvocato Pietro Colasante poggi su solide basi”.
L’Assessore Cappellacci ha poi ricordato come l’Adriatico, essendo un mare chiuso, risentirebbe maggiormente della presenza, così vicina alla costa, di un tale insediamento, oltre ai danni che potrebbe causare a livello turistico e al settore della pesca, pezzi importanti dell’economia della costa teramana e non solo.
Il primo cittadino di Pineto, Robert Verrocchio, ha aggiunto che “E’ dal 1999 che siamo costretti a difendere il nostro mare e le nostre risorse ambientali. Questa mattina ho incontrato albergatori e commercianti per i gravi problemi legati all’erosione e mi hanno ribadito la volontà di vedere difesa la nostra costa, ora non pretendiamo di invertire immediatamente la rotta su certe tematiche, ma chiediamo rispetto per le ragioni dei territori che non possono subire passivamente certe decisioni”.
Il consigliere provinciale Lanfranco Cardinale ha evidenziato che “La Provincia di Teramo è sempre stata al fianco dei comuni nella difesa dei loro diritti e storicamente è motore di azioni a tutela del territorio e del mare” dichiara “Ricordo in tal senso la manifestazione del 2016 a Roseto i due ricorsi già vinti contro concessioni in mare e in terra (sulle colline teramane)”.
il sindaco di Alba Adriatica, Antonietta Casciotti, ha aggiunto che “Le fonti fossili è meglio che rimangono dove sono: sotto terra. Per noi la transizione ecologica è un punto di impegno serio e le conseguenze del cambiamento climatico dimostrano che c’è bisogno di un cambio di passo drastico e soprattutto immediato”.
Infine il professore Enzo Di Salvatore, costituzionalista e da sempre impegnato sul tema delle ricerche ed estrazioni di idrocarburi, nel suo intervento ha ricordato il ricorso straordinario al Presidente della Repubblica.
Di Salvatore ha concluso che “Se in attesa del Piano previsto della riforma della legge si possono fare nuovi procedimenti e congelare quelli in corso, la stessa ENI SpA ammette che un pozzo è entro le 12 miglia sul Tronto e che, alla Regione Abruzzo, non è stato chiesto alcun parere. Questo significa che la Regione Marche ha potuto fare delle prescrizioni e l’Abruzzo no. Purtroppo da due anni aspettiamo il Piano nel frattempo si continua a trivellare”.
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