Sulla vicenda della refezione scolastica a Pescara a scendere in piazza questa volta sono i genitori che vivono di riflesso questa situazione di totale incertezza.
Dalla decisione di rescindere il contratto con l’Ati Cirfood-Bioristoro, dopo i noti fatti di giugno, alla chiamata, secondo prassi, della ditta giunta seconda nella gara d’appalto per l’assegnazione delle mense scolastiche, la Camst, in associazione con la Csa.
“Stiamo parlando – ha ricordato stamane in Consiglio Comunale il sindaco Alessandrini davanti ad una folta platea composta dai dipendenti e soprattutto dai genitori – dell’appaltp più oneroso del Comune di Pescara, ovvero 17 milioni di euro in tre anni”
Tutto sembrava procedere secondo i tempi previsti per la riattivazione del servizio, ma a complicare il tutto la condizione posta dalla Camst, di ridurre il monte ore, con le inevitabili ripercussioni per i lavoratori e soprattutto le lavoratrici. Da qui la vibrante protesta ed il muro contro muro che ha portato, nei giorni scorsi, la Camst a rinunciare all’incarico. Secondo prassi il Comune ha dunque contattato la ditta giunta terza nella gara d’appalto, la Serenissima Ristorazione i cui rappresentanti hanno incontrato, proprio nella mattinata di ieri, il sindaco Marco Alessandrini e l’assessore Giacomo Cuzzi. La ditta si è presa qualche giorno di tempo per valutare e decidere ed entro mercoledì dovrebbe dare una risposta. Nel frattempo c’è ancora un’indagine in corso per il caso della caciotta contaminata, la Cirfood ha chiesto (invece di chiedere scusa ha precisato Alessandrini) un risarcimento di 12 milioni e la refezione resta sospesa. Dopo le proteste dei lavoratori oggi è la volta dei genitori. In sostanza chiedono che il servizio riparta dal primo di ottobre e che per questa settimana venga loro consentito di preparare il pasto da casa e che di conseguenza i vari istituti scolastici si adeguino all’emergenza con l’adozione del necessario regolamento, per il quale la Asl dovrà adottare delle prescrizioni. In ogni caso l’avvio del tempo pieno dovrà attendere inequivocabilmente, in attesa che l’amministrazione comunale definisca la questione.
“Da primo ottobre deve riprendere il tempo pieno – precisa Antonio Sgarro presidente del Comitato Genitori dell’Istituto Comprensivo – abbiamo iscritto i nostri figli a determinate condizioni e queste condizioni vanno garantite, se la mensa non potrà essere riattivata che ci venga consentito di portare i pasti da casa e le autorità competenti si affrettino ad adottare le misure necessarie, a partire dal regolamento, per dare il via al servizio d’emergenza.”
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