Metanodotto Larino – Chieti: inchiesta pubblica per la VIA, la Valutazione di Impatto Ambientale dell’opera che secondo il Forum H2O è inutile.
Metanodotto Larino – Chieti: attraverso una mappa il Forum H2O spiega che l’opera è inutile per molisani ed abruzzesi, ma prezioso per i petrolieri. Giovedì mattina , alle ore 10 ,presso l’Auditorium della delegazione Castellamare in viale Bovio 466, a Pescara, ci sarà l’inchiesta pubblica per la Valutazione di Impatto Ambientale e gli ambientalisti chiedono a Sindaci e cittadini di essere presenti.
In una nota del Forum H2O si legge che “ il metanodotto Larino – Chieti è un’opera ad esclusivo uso e consumo dei petrolieri che vorrebbero trasformare l’Abruzzo e il Molise in un distretto minerario e basta una semplice mappa per evidenziarlo. La stessa società Gasdotti Italia, proponente dell’opera, lo ha scritto nel suo Piano industriale, rispetto all’utilità dell’intervento per connettere stoccaggi e aree di “produzione” (i pozzi). D’altro lato, non si capirebbe un uso diverso visto che in Italia il consumo di gas è diminuito del 35% in un decennio”.
Poiché è in corso una procedura di Valutazione di Impatto Ambientale interregionale Abruzzo – Molise, con la regione Abruzzo come ente capofila il Forum H2O chiede che attraverso i documenti depositati dall’azienda si parli chiaramente ai cittadini e la stessa società dovrebbe spiegare l’intento dell’opera affinché tutti possano partecipare in maniera informata e consapevole al procedimento.Però, secondo gli ambientalisti ,la documentazione progettuale non spiega a cosa dovrebbe servire l’ opera lunga oltre 100 km, che attraverserà 19 comuni abruzzesi e 7 molisani, zone densamente abitate e aree agricole di grande valore, nonché 8 Siti di Interesse Comunitario per la biodiversità.
Il Forum H2O, Nuovo Senso Civico, Trivelle Zero Molise e il Comitato No Stoccaggio Gas Poggiofiorito hanno provato a sovraimporre il tracciato del nuovo metanodotto alle varie concessioni di idrocarburi presenti sul territorio ed emerge che si inserisce tra vasti titoli minerari tra permessi di ricerca e concessioni di coltivazione dove dovrebbero sorgere i pozzi di estrazione e ben tre stoccaggi di gas, che sono il “polmone” del sistema.
Nella nota si legge che “ si tratta del “Treste”, a cavallo tra le due regioni, già in funzione da tempo, del “Sinarca” in Molise già autorizzato e da costruire e del “Poggiofiorito”, in Abruzzo, in via di autorizzazione e su cui pendono i ricorsi al TAR del Comitato, di 14 comuni e della Regione Abruzzo. E’, quindi, un intervento che si inserisce perfettamente nella strategia di trasformazione del territorio italiano in un “hub del gas” di cui beneficeranno poche aziende e il Nord Europa e in particolare di deriva petrolifera per Abruzzo e Molise come indicato dalla Strategia Energetica Nazionale del Governo Monti” .