Una nota del ministero dell’Ambiente, a firma della dirigente della divisione Luciana Distaso, ribadisce che spetta alla Edison Spa, “quale responsabile della contaminazione del sito”, provvedere ai lavori di messa in sicurezza e bonifica delle aree 2A e 2B, a monte della discarica Tremonti, nel sito inquinato di Bussi sul Tirino.
Il pronunciamento del ministero conferma dunque la validità della determina con la quale la Provincia di Pescara ha individuato in Edison il responsabile dell’inquinamento, imponendogli le opere di messa in sicurezza e bonifica. Un orientamento considerato legittimo anche dal Tar Abruzzo, con la sentenza del 20 marzo scorso, poi impugnata da Edison, “senza richiesta di sospensione cautelare” – evidenzia nella nota il ministero dell’Ambiente – e dunque “per gli effetti valida ed efficace”.
“La nota del ministero conferma ciò che già sapevamo, ma osserviamo con amarezza che a febbraio del 2018 il ministero aveva aggiudicato la gara per la bonifica e oggi siamo a novembre del 2019 ed è ancora tutto fermo”.
Così il sindaco di Bussi sul Tirino (Pescara), Salvatore La Gatta, commentando con l’ANSA la nota del ministero dell’Ambiente che ribadisce come Edison, in qualità di responsabile dell’inquinamento, sia tenuta a compiere le opere di messa in sicurezza e bonifica delle aree 2A e 2B della maxi discarica dei veleni di Bussi (Pescara).
“Su questo fronte è competente soltanto il ministero che, in qualità di committente, entro 60 giorni avrebbe dovuto firmare il contratto con la ditta aggiudicataria – prosegue La Gatta – il sospetto è che il ministero, essendo stato individuato il responsabile dell’inquinamento, pretenda che la bonifica urgente non sia fatta con i 50milioni di euro a suo tempo messi a disposizione dal Governo, ma la faccia direttamente Edison, quando invece la legge permetterebbe di avviare i lavori, per poi rifarsi dei costi nei confronti di Edison”. Il sindaco osserva che “invece, al momento, è tutto fermo e il sito resta inquinato, nonostante quella che dovrebbe essere eseguita non è una bonifica permanente, ma una messa in sicurezza urgente e in qualche modo provvisoria, in attesa dell’inizio dei lavori di bonifica veri e propri. Con il risultato che sono passati altri due anni – conclude La Gatta – e i terreni inquinati continuano a inquinare le falde sottostanti, non soltanto nel territorio di Bussi ma nell’intera Val Pescara”.