Da tre anni lavoratori e degenti aspettano di tornare nella sede della Rsa di Montereale, ma il restauro e la messa in sicurezza antisismica di quella che è l’unica struttura sanitaria assistenziale dell’Alta valle dell’Aterno, lievemente danneggiata dal terremoto del 2016, è ancora in alto mare.
“Un fiore all’occhiello della Asl aquilana che è inconcepibile tenere ancora chiusa”, denuncia il sindaco di Montereale, Massimiliano Giorgi. La Rsa (residenza sanitaria assistita di Montereale) – che dà lavoro a 60 persone ed è dotata di 60 posti letto – è in attesa della conclusione definitiva dell’iter di approvazione del progetto di miglioramento sismico e restauro, bloccato, dice Giorgi, “a 10 metri dal traguardo” è stata fatta la gara, sono state valutate le varie offerte, ci sono tutte le coperture insomma, ma manca la valutazione economica, ultimo passaggio che deve fare la Asl”. Inaccettabile, per il sindaco del Comune terremotato, anche continuare a pagare mensilmente l’affitto dei locali provvisoriamente occupati all’ex Onpi dell’Aquila, con il rischio che si configuri un danno erariale.
E intanto c’è attesa per la convocazione prima di Natale del tavolo in Regione per discutere del destino della Rsa, chiesto dai sindacati (a interessarsene è stata la Funzione pubblica della Cgil sollecitata dai lavoratori che chiedono di tornare a lavorare nella loro struttura). Il presidente Marco Marsilio ha fatto sapere, tramite la sua segreteria, che presto verrà riunito.