Montesilvano: 13 arresti per spaccio di droga

Operazione antidroga dei Carabinieri di Montesilvano. 13 persone in manette per spaccio di sostanze stupefacenti.

 

Scacco matto allo spaccio di droga al dettaglio a Montesilvano e dintorni da parte dei carabinieri che stamane hanno eseguito due distinte ordinanze di misure cautelari nei confronti di ben 13 persone, definite cellule indipendenti capaci di coprire un vasto territorio e rifornire, prevalentemente cocaina, centinaia di clienti di cui una quarantina già segnalata all’Autorità Giudiziaria. “Clienti di strada”, dunque, alla mercè di quello che é stato definito dal comandante della Compagnia provinciale dei carabinieri di Pescara, il colonnello Marco Riscaldati, l’ultimo anello della catena, più difficile da colpire. L’operazione, denominata “Selva Oscura” é il frutto di una capillare attività di controllo del territorio che ha portato i carabinieri di Montesilvano, guidati dal capitano Vincenzo Falce, ad individuare uno per uno tutti i principali spacciatori, la maggior parte dei quali avevano come base operativa Via Rimini. I 13 arrestati, di cui 10 italiani, 2 albanesi ed un macedone, sono stati divisi in due distinte ordinanze una richiesta dal Pm Silvia Santoro al Gip Sarandrea e l’altra dal Pm Anna Benigni al Gip Bongrazio. Tra loro anche 5 donne, alcune delle quali ai domiciliari perché da poco mamme. I due albanesi arrestati sono i fratelli David ed Arjan Gjini, già noti alle Forze dell’Ordine, accusati anche di estorsione, per non essersi fatti scrupolo, in diverse circostanze, di malmenare, anche pubblicamente, i clienti che non pagavano. Gli altri arrestati sono il macedone Bekri Osmani, Daniel Spinelli, Pietro Controguerra, Samantha Filippone e Serafina Morelli, ai domiciliari; Marco Saraniti, Giovina e Pasqualina Spinelli, Marlon Castorani, Giuliano Spinelli e Concetta Russi in carcere. Non sono stati effettuati sequestri significativi perché caratteristica di questa attività illecita era quella delle piccole dosi, spaccio veloce ed introiti certi e remunerativi, per mezzo grammo, infatti, il prezzo era di 50 euro. Un grande aiuto é stato fornito da alcuni genitori di ragazzi, molti minorenni, abituali clienti, i quali si sono recati in caserma per consegnare le ricevute dei pagamenti su Poste Pay, riscontro probatorio che si aggiunge alle centinaia di episodi di cessione di stupefacenti documentati da alcuni degli 80 militari  impegnati e le unità cinofile antidroga del Nucleo di Chieti .

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